@Grisdi(media Crimes)>"DELITTO CHIARA POGGI"...
*Dal perfetto Recap di Wikipedia, NON MI SERVE SCRIVERE E AGGIUNGERE ALTRO SU QUESTO INTERMINABILE CASO, X CAPIRE CHI ERA, CHI È CHI SARA' SEMPRE E SOLO L'UNICO COLPEVOLE DI QUESTO FEMMINICIDIO, VALE A DIRE IL FIDANZATO DI QUESTA BELLA, BRAVA E "PULITA"RAGAZZA DI GARLASCO, UN PAESINO IN PROVINCIA DI PAVIA... CHI HA UCCISO CHIARA ERA/È E PUÒ ESSERE SOLO STATO IL PROPRIETARIO DI QUELLA BICICLETTA NERA DA DONNA(era della famiglia )KE LA TESTIMONE SIGNORA BERMANI, MENTRE ANNAFIAVA I FIORI ,VIDE VS.LE 9,10 DI QUEL 13/8/2007 DAVANTI AL CANCELLO DI CASA POGGI E KE CIRCA DOPO LE 10,30 NON C'ERA PIÙ... POI SAPPIAMO COSA È SUCCESSO, I RIS SONO ARRIVATI DOPO 3 GIORNI + I CLASSICI ERRORI ED OMISSIONI NELLE INDAGINI INIZIALI CON QUALCHE INCOMPRENSIONE FRA INQUIRENTI XCUI UN INQUINAMENTO DI TANTE PERSONE SULLA SCENA DEL CRIMINE + STASI NON HA DICHIARATO DI AVERE NE HA COSEGNATO BICI DA DONNA DA COMPARARE, MA DIRIMENTE È STATO IL COMPORTAMENTO DEL MARESCIALLO DEI C.C. MARCHETTO KE NON HA SEQUESTRATO QUELLA BICI NERA DICENDO KE MANCAVA IL CESTELLO ecc.(x ciò è stato allontanato e poi condannato)... OVV. IL REO APPENA SAPUTO DELLA TEST. BERMANI KE AVEVA DESCRITTO DI AVER VISTO UNA BICI, HA X FORZA DI COSE CORRERE AI RIPARI SCAMBIANDO PARTI DELLA BICI CON ALTRE SUE BICI, COME PARE I PEDALI SUI QUALI SIC. C'ERANO RIMASTE TRACCE DI SANGUE + LE SCARPE FRAU 42 COI PALLINI SPARITE + LE ALTRE SCARPE E IL TAPPETINO AUTO SENZA TRACCE DI SANGUE + PORTASAPONE BAGNO CON IMPRONTE E DNA DI ALBERTO ECC.ECC... XCUI RIGUARDO L"OMICIDIO PUÒ ESSERE STATO SOLO LUI, ED IL MOVENTE C'ERA E COME, XKÉ CHIARA SEPPUR INNAMORATA, NON AVREBBE MAI ACCETTATO DI CONTINUARE UN RAPPORTO CON UN "PROB.PARAFILIACO", COME RISULTA KE LEI AVESSE SCOPERTO NAVIGANDO SUL PC, MAGARI MENTRE VISIONAVA LE FOTO(già queste un po' particolari)DEL RECENTE VIAGGIO DI ALBERTO IN INGHILTERRA, MA POI INCURIOSITA PROB. VISUALIZZANDO ALCUNE CHIAVETTE USB DAI CONTENUTI COME È STATO DETTO "RACAPRICCIANTI... ANCH'IO COME DICONO I GENITORI PENSO KE CHIARA ..... continua .....
QUINDI UN FEMMINICIDIO SENZA NESSUN CONCORSO, NESSUN COMPLOTTO SATANISTICO, NESSUN SOGNO E NESSUN ALTRO, IL RESTO SONO SOLO FANTASIE, ILLAZIONI E CONGETTURE CON INDIZI/PROVE INCONSISTENTI... IN OGNI CASO DOPO 18 ANNI DAL MISFATTO CON UNA CONDANNA MOLTO GENEROSA DI 16 ANNI COMMINATA AD A. STASI(erano 24 anni Scontati di 1/3 x Rito Abbreviato), LA PROCURA DI PAVIA VUOLE RIVEDERCI CHIARO E HA RIAPERTO IL CASO(OVV. SPINTA DAI DIFENSORI DI DI STASI) RIVISITANDO UNA SERIE DI REPERTI MAI VERIFICATI ALLORA E ALTRI NUOVI ELEMENTI... ORA PERÒ HANNO ANCHE IMPUTATO/INDAGATO ANDREA SEMPIO(amico di Marco e fratello di Chiara, Ke spesso frequentava la casa dei Poggi) AVENDO RILEVATO IL SUO DNA SOTTO LE UNGHIE DI CHIARA E UN'IMPRONTA SUL MURO DELLA SCALA(la n°33) KE PORTA IN CANTINA, DOVE È POI STATO RITROVATO IL CORPO MARTORIATO DELLA RAGAZZA... FACCIANO PURE MA KE SIA FATTO CON GRANDE COGNIZIONE DI CAUSA E POSSIBILMENTE SENZA CONDIZIONAMENTI...
"Delitto di Garlasco" è un caso di omicidio avvenuto a Garlasco, in provincia di Pavia, il 13 agosto 2007, quando venne trovata assassinata Chiara Poggi...
*Dopo essere stato inizialmente assolto, nella revisione del processo fu ritenuto colpevole il fidanzato della vittima, Alberto Stasi,[2] e, nel 2015, la sentenza è stata resa definitiva dalla corte di cassazione.[3]
Il caso ebbe in Italia vasta rilevanza mediatica[4] e sollevò il problema di come la pressione mediatica possa avere influenzato le indagini e l'esito dei processi[5][6] e, inoltre, di come il modo con cui furono condotte le indagini possa avere pregiudicato l'esito delle stesse a seguito di errori accertati nella raccolta delle prove[7][8][9][10] tanto che, a distanza di quasi vent'anni dal delitto, nonostante una sentenza definitiva di colpevolezza, ci sono state nuove indagini e nuove ipotesi investigative sono state vagliate dagli inquirenti[11][8][9][10].
Storia
Nella mattinata di lunedì 13 agosto 2007, Chiara Poggi, 26 anni, originaria di Vigevano, impiegata laureata in economia all'Università di Pavia, fu colpita a morte con un oggetto contundente mai identificato né ritrovato (forse un martello[12] o un attizzatoio da camino)[13], nella villetta in cui viveva con la famiglia a Garlasco; al momento del delitto la ragazza era sola in casa, poiché il resto della famiglia era in vacanza[14].
Il corpo venne ritrovato riverso sulle scale che conducevano alla cantina della villetta dal fidanzato della vittima, Alberto Stasi, 24 anni, all'epoca studente di economia all'Università Bocconi di Milano; Stasi tornò in auto e chiamò i soccorsi e si diresse alla caserma dei carabinieri dove raccontò che aveva trovato il corpo di Chiara Poggi. Le prime indagini vennero svolte senza le necessarie attrezzature che di norma vengono utilizzate per evitare di inquinare la scena del delitto[15].[14] Venne appurato poi che le molte persone incaricate dei rilievi sulla scena del crimine non avevano adottato misure volte a non inquinare le prove come guanti e il gatto stesso della ragazza fu lasciato libero di muoversi per la casa per tutto il tempo.[14]
I sospetti si concentrarono su Stasi a causa del fatto che le scarpe che egli riferì di avere indosso a momento della scoperta del cadavere fossero pulite e egli stesso aveva detto di aver camminato su pavimenti sporchi di sangue. Le scarpe vennero sequestrate solo due giorni dopo, durante l'interrogatorio di Stasi il quale, quando gli chiesero che scarpe avesse indossato la mattina, rispose mostrando quelle che aveva ai piedi.[14]
Il corpo venne tumulato il 18 agosto ma, quando gli investigatori iniziarono a esaminare le relazioni scientifiche, si accorsero che non erano state prese le impronte digitali della vittima, fondamentali per poterle escludere da tutte le altre rinvenute sulla scena del crimine e quindi, due giorni dopo, una settimana dopo il delitto, il cadavere fu riesumato.[14]
Stasi fu arrestato il 24 settembre 2007, con un ordine della procura di Vigevano, ma scarcerato quattro giorni dopo dal giudice per le indagini preliminari Giulia Pravon per insufficienza di prove..
L'ora del delitto e l'alibi di Stasi
A causa della mancanza della bilancia presso l'obitorio di Vigevano dove era stato portato il cadavere, non venne misurato il peso, parametro fondamentale, insieme alla temperatura, per determinare l'ora della morte e di conseguenza le indagini dovettero basarsi su dati approssimativi circa l'ora del delitto.[14] L'autopsia fu effettuata il 16 agosto e stabilì che la ragazza era stata uccisa tra le 10:30 e le 13 del 13 agosto.[16]
Secondo l'alibi che fornì fin da subito, Stasi la mattina del delitto stava lavorando al computer alla redazione della sua tesi di laurea. Il computer fu consegnato ai carabinieri già il giorno successivo. Alcune operazioni inappropriate degli inquirenti, tuttavia, avrebbero alterato e cancellato gli accessi alla memoria di archiviazione dell'elaboratore[14][17]. Solo grazie a una perizia informatica molto più approfondita si accertò che Stasi ne fece uso continuativamente dalle 9:35 alle 12:20.[18]
Venne appurato che alle 9:12 la vittima era ancora viva in quanto disattivò l'antifurto di casa...
L'assenza di tracce di sangue se
Le scarpe di Stasi, quelle che calzava nel momento in cui sarebbe entrato nella villetta e con le quali avrebbe percorso i corridoi sporchi di sangue fino alla scoperta del cadavere, vennero sequestrate due giorni dopo il delitto e non presentavano più tracce di sangue. Secondo l'accusa non erano quelle usate da Stasi il giorno del delitto ma secondo la perizia ordinata dal giudice era possibile che nelle 48 ore successive le suole si fossero ripulite per sfregamento durante l'uso.[16]
Secondo la perizia dei RIS del 2014 le scarpe avrebbero dovuto trattenere particelle ematiche e queste avrebbero dovuto trasferirsi al tappetino dell'auto usata da Stasi dopo la scoperta del delitto.[19]
Secondo l'ipotesi accusatoria, Stasi non sarebbe veramente entrato nella villetta per scoprire il delitto, un delitto di cui era già a conoscenza perché sarebbe stato lui a commetterlo. La difesa invece sostenne che Stasi camminò nella villetta evitando le pozze di sangue e che, a causa del tempo ormai trascorso dal delitto, gli schizzi più piccoli di sangue di cui era cosparso tutto il pavimento erano ormai già secchi (al tempo si sostenne che eventuali bassi residui si sarebbero ripuliti al contatto con l'erba bagnata del giardino). In effetti, particelle di DNA della vittima furono trovate già nel 2007 sul tappeto dell'automobile da lui usata, ma ci fu incertezza sul fatto che fossero sangue e furono scartate dal GUP. Secondo le nuove analisi, invece, almeno le tracce del tappetino sono ematiche.[20]
Il giallo delle biciclette e dei pedali
Due testimoni (Franca Bermani ed Emanuela Travain) ritenute affidabili notarono quella mattina, verso le 9:10, una bicicletta nera da donna appoggiata al muro di cinta esterno della villetta dei Poggi, che fu da subito collegata con l'assassino di Chiara.[21] Stasi possedeva invece una bicicletta da uomo bordeaux di marca "Umberto Dei", che fu subito sequestrata. Sui pedali di questa bicicletta furono trovate tracce biologiche di Chiara Poggi, benché non ematiche. Stasi aveva anche a disposizione una bicicletta nera da donna di marca "Luxury", di proprietà dei suoi familiari, che fu visionata dal maresciallo dei Carabinieri Francesco Marchetto ma non sequestrata, perché ritenuta non compatibile con la descrizione di una testimone, che la descriveva con un portapacchi nero.
Una perizia condotta 7 anni dopo dalla parte civile, l'avvocato Tizzoni, accertò che la bicicletta nera da donna della famiglia Stasi montava pedali "Union", montati di serie anche sulla bicicletta "Umberto Dei" da uomo bordeaux personale di Stasi. Viceversa, tale bicicletta, sequestrata ai tempi dell'inchiesta, montava pedali non originali Wellgo, sui quali sono state trovate tracce del DNA della vittima. Si è supposto pertanto che potesse esserci stato uno scambio di pedali tra le due biciclette.[22][23] Secondo questa ricostruzione, Stasi, essendo venuto a conoscenza che delle testimoni avevano notato una bicicletta nera fuori della villetta, nella settimana successiva al delitto avrebbe scambiato i pedali della bicicletta nera, sporchi delle tracce biologiche di Chiara Poggi, con quelli della sua bicicletta bordeaux, allo scopo di confondere le prove.
Al processo di appello bis nel 2014 è tuttavia il rappresentante dell'accusa, il sostituto procuratore generale di Milano Laura Barbaini, a sostenere che «È matematicamente escluso che vi sia stato uno scambio tra i pedali» delle due biciclette disponibili ad Alberto Stasi. Ella esclude lo scambio di pedali sulla base di una consulenza «sulla data di fabbricazione dei vari componenti e sulle eventuali modifiche» affidata a degli esperti durante le attività istruttorie eseguite nell’ambito del processo di appello-bis. Nell’istanza in cui ha chiesto ai giudici della Corte di Assise d’Appello che siano svolte ulteriori attività istruttorie, la Barbaini spiega che la bicicletta nera sequestrata «è coerente in tutti i suoi componenti che hanno date di fabbricazione tra loro congruenti». In realtà - chiarisce il magistrato - non è mai avvenuto nessuno scambio di pedali tra la "Umberto Dei" bordeaux di Stasi e la bicicletta nera da donna sequestrati.[24]
Il materiale genetico sotto le unghie della vittima e il capello
Sulla scena del crimine è stato rinvenuto un capello castano chiaro, risultato privo di bulbo e quindi di DNA. Sotto le unghie della vittima erano presenti dei residui organici che contenevano marcatori maschili compatibili, ma non attribuibili con certezza, all'imputato.[senza fonte]
Notizie non confermate diffuse da alcuni mass media riportarono che essi corrispondevano con almeno due profili maschili sconosciuti e non identificabili o confrontabili a causa del deterioramento del materiale.[25]
Processi
Dell'omicidio fu indagato il fidanzato della vittima, Alberto Stasi, che venne assolto dall'accusa con rito abbreviato, sia in primo grado, nel 2009[26][27], che in secondo grado, nel 2011[28] ma la Corte di cassazione, il 18 aprile 2013, annullò la sentenza di assoluzione ordinando esami del DNA sul capello trovato tra le mani della vittima (non noto durante il primo giudizio) e su residui di DNA sotto le unghie, repertati e mai analizzati; nonostante l'annullamento con rinvio dell'assoluzione, la Suprema corte ribadì che fosse, a proprio giudizio, difficile «pervenire a un risultato, di assoluzione o di condanna, contrassegnato da coerenza, credibilità e ragionevolezza» e quindi «impossibile condannare o assolvere Alberto Stasi», preferendo però non confermare l'assoluzione, in attesa dei nuovi esami scientifici.[29][30]
Al processo d'appello di rinvio il 17 dicembre 2014 Stasi viene ritenuto colpevole[31] e condannato a ventiquattro anni di reclusione per omicidio volontario, con l'esclusione però delle aggravanti della crudeltà e della premeditazione; la pena verrà ridotta a 16 anni grazie al rito abbreviato.[32] Presentando poi ricorso in Cassazione, il PM chiede la conferma della condanna e l'aggiunta dell'aggravante della crudeltà, mentre la difesa chiede l'annullamento senza rinvio o un nuovo processo, ricollegandosi ai dubbi espressi in precedenza dalla stessa Cassazione sull'impossibilità di determinare la colpevolezza o l'innocenza con certezza.
Il procuratore della Cassazione chiese l'annullamento della condanna, con preferenza per il rinvio e, il 12 dicembre 2015, la Corte di cassazione confermò la sentenza-bis della Corte d'appello di Milano, condannando quindi in via definitiva Stasi a 16 anni di reclusione[33].
Nel 2020 la richiesta di revisione del processo da parte di Stasi è stata rigettata[34], esito confermato in cassazione nel 2021.[35]
Motivazioni
In particolare, la colpevolezza di Alberto Stasi risiederebbe:
- nel fatto che Chiara Poggi è stata uccisa da una persona conosciuta, arrivata da sola in bicicletta, che ella stessa ha fatto entrare in casa. Chi si è introdotto nell'abitazione della famiglia Poggi conosceva bene tale luogo, come desumibile anche dal percorso effettuato all'interno delle stanze al piano terra;
- nel fatto che Stasi, fidanzato della vittima, in rapporto di confidenza con lei, conoscitore della sua casa e delle sue abitudini e possessore di più di una bicicletta da donna, compatibile con la "macrodescrizione" fattane dalle testimoni Bermani e Travain, ha fornito un alibi non sufficiente a escludere la sua presenza sulla scena del crimine nella "finestra temporale" compatibile con la commissione dell'omicidio;
- nel fatto che Alberto Stasi ha reso un racconto incongruo, illogico e falso, quanto al ritrovamento del corpo senza vita della fidanzata, sostenendo di avere attraversato di corsa i diversi locali della villetta per cercare Chiara; sulle sue scarpe, tuttavia, non è stata rinvenuta traccia di residui ematici, né le macchie di sangue sul pavimento sono risultate modificate dal suo passaggio;
- nel fatto che l'assassino era un uomo che calzava scarpe n. 42 e Alberto Stasi possedeva e indossava anche scarpe della marca di quelle dell'aggressore, nonché anche di taglia 42.[36]
Richiesta di revisione processuale
Gli avvocati di Alberto Stasi presentano ricorso presso la Corte europea dei diritti dell'uomo per ottenere la revisione del processo.[37]
Il 19 dicembre 2016 la difesa presenta una perizia genetica che indica che il DNA ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi apparterrebbe a un conoscente della vittima e non a Stasi.[38] Il 22 dicembre la procura di Pavia ha aperto una nuova indagine[39] riguardante un amico di Marco Poggi, fratello minore di Chiara, cioè Andrea Sempio, il quale era solito spostarsi in bicicletta a Garlasco e avrebbe il numero di scarpe simile a quello di Stasi, oltre a un alibi non completamente solido.[40][41] Il giorno seguente il Procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, ha accolto l'istanza di richiesta della revisione del processo e l'ha trasmessa alla competente Corte d'appello di Brescia.[40]
La Corte d'appello di Brescia si è dichiarata nel 2017 non competente per vizio procedurale (gli avvocati di Stasi non hanno presentato esplicita richiesta). I legali hanno poi ripresentato istanza, allegando anche prove testimoniali.[42][43] L'inchiesta su Andrea Sempio è stata invece archiviata il 2 marzo 2017.[44] Sempio ha poi querelato i legali di Stasi per calunnia. Stasi a maggio del 2017 ha invece inoltrato ricorso straordinario in Cassazione per vizio di procedura (testimoni e prove di primo e secondo grado non richiamati in appello sebbene non delegittimati nell'annullamento, che chiese solo alcuni nuovi accertamenti: ossia la donna che vide la bicicletta non riconoscendola, i periti informatici e i periti medico-legali di primo grado) e quindi violazione del diritto al giusto processo, chiedendo la revoca della condanna, il sollevamento della questione di legittimità costituzionale e un nuovo processo d'appello.[45]
Il 19 marzo 2021 la prima sezione penale della Corte suprema di cassazione ha respinto la richiesta di revisione della condanna per omicidio, permanendo «la valenza indiziaria di altri numerosi e gravi elementi» contro Stasi.[35]
Il 12 dicembre 2023 la Corte europea dei diritti dell'uomo (prima sezione) ha respinto la richiesta di revisione della condanna per omicidio.[46] Il 7 febbraio 2025 la medesima Corte europea ha respinto per la seconda volta la richiesta di revisione.[47
L'ipotesi Sempio
Le indagini condotte tra il 2016 e il 2017 a seguito di una perizia della difesa di Stasi che ipotizzava la presenza del DNA di Sempio sulle unghie di Poggi furono archiviate in quanto la perizia fu ritenuta inaffidabile.[48][49] L'11 marzo 2025 a Sempio fu notificato un nuovo avviso di garanzia a seguito di una nuova indagine sul DNA
Risarcimenti
Alberto Stasi è stato condannato a risarcire un milione di euro in sede civile alla famiglia Poggi.[51] Dopo aver lavorato come centralinista al carcere di Bollate e rinunciato all'eredità paterna, risultando nullatenente,[52] nel 2018 Stasi ha raggiunto un accordo con la famiglia Poggi per il risarcimento di 700 000 euro, di cui metà già liquidati, e dal 2023 è potuto uscire dall'istituto penitenziario in orario diurno per lavorare come contabile.[53]
Accuse di pedopornografia
Stasi è stato accusato anche di possesso di materiale pedopornografico e, come possibile movente del delitto, venne indicato dall'accusa del processo per omicidio in primo e secondo grado il fatto che Chiara potesse averlo scoperto. Egli venne inizialmente condannato in primo grado e in appello, in un processo separato, a una pena di 30 giorni di reclusione convertiti poi in 2 540 euro di multa più l'interdizione perpetua a lavorare a contatto con minorenni; venne invece assolto con annullamento senza rinvio dalla Cassazione nel 2014, per insussistenza del fatto in quanto tali presunti file visivi erano solo "tracce", mai scaricate, recuperate parzialmente dalla polizia scientifica ma che non furono mai visibili all'imputato. Nel computer venne trovato solo materiale pornografico legale, che Stasi ammise di possedere e visionare periodicamente, anche in compagnia della fidanzata poi assassinata.[54]
Falsa testimonianza di Francesco Marchetto
L'ex maresciallo dei carabinieri Francesco Marchetto, nel 2015, è stato invece accusato di falsa testimonianza poiché avrebbe mentito sulla bicicletta nera da donna vista sul luogo del delitto, dicendo che non assomigliava a quella in possesso della famiglia Stasi.[55] Il 23 settembre 2016 il giudice monocratico del Tribunale di Pavia Daniela Garlaschelli ha condannato per falsa testimonianza Marchetto a due anni e mezzo di reclusione e a una provvisionale di 10 000 euro per risarcimento danni da pagarsi ai familiari di Chiara Poggi.[56] Nel 2017 la corte d'appello ha dichiarato l'intervenuta prescrizione del reato e la fine del procedimento.[14]
Diffamazione contro Stasi
Il 15 novembre 2017 si è aperto un procedimento per diffamazione e minacce ai danni di Alberto Stasi contro l'amministratrice di una pagina Facebook, che aveva scritto ingiurie e usato stalking contro Stasi seguendolo in un parcheggio quando era ancora libero.[57] Gli avvocati di Stasi chiesero 40 000 euro di risarcimento e rifiutarono il patteggiamento per 15 000 euro. La donna, sedicente medium, ha risarcito Stasi extragiudizialmente di 6 000 euro ed è stata condannata per diffamazione in sede civile a risarcirlo di 9 000 euro, per un totale di 15 000 euro, nonché al pagamento di una multa di 800 euro e al pagamento delle spese processuali per il solo reato di diffamazione aggravata, non ritenendo invece fondata l'accusa di minacce.[58]
C. O. N. T. I. N. U. A...
"Il killer ha le mani insanguinate poi...". Così è stata uccisa Chiara Poggi.
DAL GIORNALE.IT( maggio'25) :
La villetta di via Pascoli a Garlasco restituisce l'esatta dinamica di quanto accaduto il 13 agosto di diciotto anni fa, quando Chiara Poggi venne brutalmente assassinata. Come noto, l'allora fidanzato Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni di carcere, ma i nuovi sviluppi potrebbero riscrivere la storia del delitto del pavese: il nuovo indagato è Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Dagli atti a disposizione emerge una ricostruzione chiara dell'omicidio: il killer aveva le mani insanguinate e si era fermato sulla soglia delle scale della cantina prima di lanciare il corpo della ventiseienne. L'autore del delitto, dunque, non ha calpestato neppure un gradino.
L'assassino di Chiara Poggi ha lasciato il suo biglietto da visita in casa con l'impronta delle "scarpe a pallini", secondo l'ultima perizia marca Frau numero 42, e in base alla ricostruzione si è mosso come qualcuno che conosceva bene quegli spazi. La dinamica dei fatti è la seguente: Chiara Poggi ha aperto la porta al visitatore e non ha avuto il tempo di reagire. "Aveva così fiducia da non fare assolutamente niente, tanto da venire massacrata senza alcuna fatica, oltre che senza nessuna pietà" quanto scritto dai giudici.
La giovane è stata colpita nei pressi dell'ingresso, ha battuto il capo ed è stata colpita ancora. Le sue mani, contratte, hanno toccato il pavimento. Poi il killer l'ha sollevata con entrambe le mani e l'ha gettata sulle scale che portano in cantina. E lo ha fatto senza scendere neppure un gradino della scala: la suola si è fermata sull'uscio. Successivamente si è diretto verso il bagno, ha raggiunto la cucina ed è infine uscito. Il corpo di Chiara si è fermato sulla scala, con la testa sul nono gradino. Sulla maglia rosa del pigiama erano presenti quattro tracce dei quattro polpastrelli insanguinati dell'assassino all'altezza della spalla sinistra. Poi, nella parte anteriore della stessa maglia un frammento di impronta palmare insanguinata. Quelle impronte non sono mai state analizzate perchè il corpo della giovane è stato girato e la maglietta è giunta al medico legale completamente intrisa di sangue.
Una cosa è certa per i giudici: l'assassino si è sporcato le mani di sangue ed ha avuto la necessità di andare in bagno a lavarsele. Da qui la presenza di due impronte sul dispenser portasapone: entrambe di Alberto Stasi. Sul tappetino dove sosta il killer sono state rinvenute le impronte delle già citate "scarpe a pallini", compatibili con il numero di Stasi ma non di Sempio (porta il 44). Per il momento, in attesa dell'incidente probatorio sul match tra il Dna di Sempio e il materiale trovato sulle unghie della vittima, secondo la nuova consulenza tecnica della Procura di Pavia nella villa di Garlasco dell'indagato c'è solo un'impronta della mano destra sulla parete delle scale che portano in cantina. Gradini che l'assassino non ha calpestato.