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*Appassionato di crimini.. e delle indagini sui fatti > "Passionate crimes and private investigations".. Cerco di analizzare e Ricostruire i fatti di un Crimine e cio' che scrivo si fonda sull' Approfondimento dei Ragionamenti ((Alto Raziocinio accompagnato altresi' da uno spiccato Intuito e Sensitivita'( tra empatia e telepatia ),che pur con mia meraviglia ma nello stesso tempo compiacimento per queste doti, mi ritrovo avere.. e che spesso fanno la Differenza..)), sui Fatti Reali di un Delitto, sugli Indizi, sui Depistaggi, sui Comportamenti, sui Dettagli, ecc. e coi soli Elementi e Dati Oggettivi che grazie ai Media e Internet ci possono venire divulgati... *S.H: "Nella matassa incolore della vita scorre il filo scarlatto del delitto, noi abbiamo il dovere di dipanarlo, isolarlo e tirarlo fuori da capo a fondo".... // buon ragionamento da Grisdi..fausto boccaleoni >Blogger - https: //ricostruzionedelitti-indiziari.blogspot.com //www.blogger.com/blogger.g?blogID=7107506867166801046#allposts.. ........................
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domenica 30 marzo 2014

"Elena Ceste"- Dal Blog di Prati // "commenti e riflessioni sul caso "- *da visionare*....

Volandocontrovento - il blog di Massimo Prati -

MARTEDÌ 11 MARZO 2014


Elena Ceste: viva o morta? Le varie ipotesi e la speranza di indagini a 360°


Credere a Michele Buoniconti o non credere a Michele Buoniconti: questo è il dilemma, direbbe un attore di teatro. Ma qui non siamo in teatro, qui siamo nella vita reale del ventunesimo secolo e la domanda non se la pongono solo i carabinieri e i procuratori, se la pone anche quell'opinione pubblica che da tempo è parte attiva nello spingere la giustizia a condannare per volere popolare. Per questo non è una domanda da poco. Specialmente se il fascicolo aperto contro ignoti, in cui al momento vi è scritto istigazione al suicidio, in mancanza di un ritrovamento in vita dovesse trasformarsi in un fascicolo contro il marito con su scritta la parola omicidio (poco importa se premeditato o no). Detto quindi che è sempre il caso di andarci leggeri quando si parla e si scrive di certi argomenti, non ci si può esimere dal constatare che le modalità di scomparsa di Elena Ceste sono a dir poco strane. Per cui non stupisce, come dichiarato più volte dal marito, che i carabinieri non gli credano e manco abbiano avuto la voglia di ascoltare la telefonata inviatagli da un buon "amico" di famiglia (ma perché gliel'ha inviata? Era davvero preoccupato per Elena o la chiamata aveva altri scopi?). Telefonata che potrebbe dimostrare l'esistenza quanto meno di un amante, come starebbero a far supporre gli sms del buon "amico" - rinvenuti nel telefonino - che esortavano la donna ad andare a un incontro "al solito posto".

Nei giorni scorsi ai giornalisti si è chiesto di fare i giornalisti: cioè di scrivere senza facili ironie. Certo, le facili ironie e illazioni sono state divulgate dai media, ma stavolta chi le ha inserite nel circolo mass-mediatico? E' chiaro che certe confidenze andrebbero esternate solo ai carabinieri, ma se quelli non ti credono? Ed ecco che si passa alla seconda opzione, alla stampa, senza pensare che certe situazioni fanno alzare i toni ai soliti noti che non vedono l'ora di poter sceneggiare un nuovo caso di cronaca nera. Che non vedono l'ora di imbandire la tavola con il solito piatto e la solita tesi colpevolista. Quella inserita nella mente dell'opinione pubblica dai soliti sorrisini ironici dei soliti opinionisti. Inoltre è chiaro che la morbosità mediatica attecchisce in maniera esponenziale se alla cronaca nera si aggiunge il pepe del tradimento. Ora io non voglio fare facili ironie o illazioni, al contrario voglio cercare di elaborare nella maniera più seria i motivi dell'accaduto mettendo sul piatto della bilancia i fatti che ad oggi ci appaiono certi. Per farlo devo valutare gli avvenimenti accaduti prima della denuncia di scomparsa. E devo cercare di farlo sia in modo innocentista, allontanamento volontario o suicidio, che in modo colpevolista, omicidio da parte del marito o di uno o più soggetti ignoti. Per cui sia chiaro sin da ora che non ci sono doppi fini in ciò che scrivo, che non voglio si scada nella banalità dei sorrisini sarcastici perché non intendo dare o inculcare giudizi che in mancanza di indagini e riscontri, e soprattutto di prove, non sarebbero sicuri. Partiamo dunque con la prima ipotesi e constatiamo da subito che per imboccare la tesi innocentista occorre credere alle parole del marito, buone a spiegare un sequestro (ma anche un suicidio), e a quelle delle donne torinesi certe di aver incontrato Elena al mercato e sul bus (buone a spiegare l'allontanamento volontario).

Questa donna è Elena?
Partiamo dal marito e crediamogli quando ci parla di confidenze particolari ricevute dalla moglie pentita, quando ci dice di aver ritrovato gli abiti e gli occhiali in cortile e tutti gli oggetti della moglie in casa, compresa la fede. Ed ecco che credendogli si arriva alla frase magica che può far pensare ad un allontanamento volontario e ad avvistamenti reali. La fede trovata in casa non è un particolare da poco o irrilevante se rapportata a un fedele, a uno che crede in Dio, che va in chiesa e della sua religione cerca di seguire i dettami. Togliersi l'anello che ha sancito una promessa di matrimonio e lasciarlo al coniuge prima di andarsene, per chi sente di aver peccato ha un significato profondo che va addirittura oltre i normali significati laici. Se togliersi la fede per tutti noi può voler dire non amare più la persona sposata, per chi segue costantemente e in maniera seria una religione il discorso si amplia e può sfociare in una conclusione anche peggiore. In questo caso chi la toglie può farlo non perché non ama, ma perché pensa di non meritarla e di non meritare il perdono, perché pensa di non riuscire a sopportare e superare gli errori che ai propri occhi paiono imperdonabili. E il tradimento, per una donna cattolica praticante, è un peccato di prima fascia che sfocia nella vergogna assoluta.

"L’adultero è privo di senno; solo chi vuole rovinare sé stesso agisce così. Incontrerà percosse e disonore, la sua vergogna non sarà cancellata, poiché la gelosia accende lo sdegno del marito, che non avrà pietà nel giorno della vendetta; non vorrà accettare alcun compenso, rifiuterà ogni dono, anche se grande". (Libro dei Pro verbi 2,18-19; 6,2 7-35)

Quindi credendo che quanto racconta Michele Buoniconti sia davvero ciò che gli ha confessato la moglie, confessione forse confermatagli al cellulare dall'amico che, presenti i carabinieri, gli ha parlato di incontri avvenuti al solito posto (nel parcheggio della piscina), confessione in cui lei gli parla di un incontro sessuale avvenuto alla cava, dietro il centro commerciale i Bricchi, tutto il quadro avrebbe un suo senso e vedrebbe aleggiare sullo sfondo il disagio nato in Elena proprio a causa di ciò che ha capito essere errori imperdonabili: i suoi tradimenti. Insomma, a seguire la pista dell'innocenza del marito, la donna si sarebbe spogliata in fretta dei vestiti di brava madre e moglie lasciandoli nel cortile di casa per andarsene nuda verso un nuovo destino (forse un brutto destino). Se poi agli stessi elementi aggiungessimo la pista tracciata dalle testimoni che dichiarano di aver incontrato Elena a Torino, potremmo arrivare a una conclusione leggermente diversa. In questo caso il destino la vorrebbe lontana da Costigliole, luogo in cui la vergogna la seguirebbe di bocca in bocca e di sguardo in sguardo. Ma il quadro potrebbe arricchirsi di particolari e, non credendo sia Elena la ragazza vista a Torino, portare a pensare a un sequestro di persona. Anche in questo caso si deve credere a quanto dice il marito: per cui si deve accettare l'esistenza di uomini che ricattavano sua moglie per farle fare ciò che desideravano, probabilmente incontri porno, grazie a un video rubato durante un rapporto.

Si dice che questa pista non porti a niente, che i carabinieri abbiano verificato e che le persone tirate in ballo da Michele Buoniconti siano coperte da alibi, quindi non indagabili. Si dice che non si è trovato alcun video fatto all'insaputa di Elena e postato in internet, in special modo su facebook. Ma poco conta che non si siano trovati video o altri particolari che confermino quanto detto dal marito: perché come si postano, i video si possono eliminare. Inoltre Elena Ceste aveva un profilo anche su Google + (non lo aveva né su twitter né sulla chat di Libero) dove non è affatto difficile caricare video e chattare. Si è controllato quel profilo che ad oggi risulta vuoto di tutto, anche di foto? Si spera, come si spera che siano partite le richieste che portino ad avere, come accaduto con il Parolisi, l'elenco dei messaggi inviati e ricevuti da Elena su facebook e su Google + e, come si è fatto con la Misseri, l'elenco degli sms intercorsi fra lei e i due amici segnalati dal marito. Poco ci vuole in questo caso: si prendono i telefonini di ognuno, si inviano in un centro specializzato che dopo aver estrapolato messaggi e messaggini verifica anche se vi sono, o se vi siano stati, dei video particolari. Così facendo si otterrebbe ciò che si chiama un'indagine a 360° e si potrebbero prendere le strade giuste con la consapevolezza di fare meno errori e danni.

La prima, come detto, vede la donna ormai insofferente al marito andarsene di casa con le sue gambe (si potrebbe pensare a un suicidio) o grazie all'aiuto di un qualcuno che le dà un passaggio e la porta a Torino (si potrebbe pensare a un allontanamento volontario). In questi casi Elena avrebbe elaborato la cosa nella notte, chiedendo al marito di portare i bambini a scuola proprio a causa della sua decisione di non restare in quella casa.

La seconda è un'ipotesi più grave e sfocia nel sequestro di Elena che, ricattata, avrebbe potuto ribellarsi ai suoi persecutori e svelare nomi e particolari fino a quel punto non svelati. Da qui la presenza di, probabilmente, due soggetti ignoti che l'hanno trascinata via con la forza? Sapevano che strada avrebbe percorso e la aspettavano? Sono andati alla casa quando hanno visto che i bimbi li portava il padre? In questo modo, quello pensato e indicato dal marito, si potrebbero spiegare i panni tolti in maniera trasandata e lasciati all'esterno assieme agli occhiali.

Ora non ci resta che entrare nell'ultima ipotesi, nel ramo colpevolista, e chiederci per quale conscio o inconscio motivo il marito si sia comportato come tanti mariti vendicativi che scoperte le marachelle della moglie le spiattellano agli amici e a chiunque si presenti cercando di isolarla e farle vivere una vita d'inferno e vergogna. Certo, c'è sempre la possibilità accennata in precedenza: quella di un marito che non trovando l'appoggio dei carabinieri, nonostante le sue denunce, decide di esporsi per trovare almeno quello mediatico e cercare di spingere l'Arma a fare migliori verifiche. Ma non è l'unica, perché Michele Buoniconti è un cattolico praticante: non ha per caso seguito alla lettera quanto scritto sopra? "L’adultero è privo di senno (...) incontrerà percosse e disonore, la sua vergogna non sarà cancellata, poiché la gelosia accende lo sdegno del marito, che non avrà pietà nel giorno della vendetta...". Come si vede, qui si parla di vendetta. Noi non lo conosciamo, quindi possiamo solo teorizzare e ipotizzare, pensandolo vendicativo, che il suo parlare di amanti e video osé gli serva per portare le indagini su altri e per far sapere alla sua comunità che lui non ha colpe qualunque cosa sia accaduta, anche se si fosse vendicato. 

Nessuno ci può vietare di pensare che il marito abbia frugato nel cellulare della moglie e trovato gli sms compromettenti per proprio conto. Che quindi abbia mentito e non ci sia stata alcuna confessione (se ci fosse stata avrebbe saputo qual era il solito posto in cui si incontrava e non doveva chiederlo al buon "amico"), al massimo qualche ammissione, e che i litigi si siano succeduti negli ultimi giorni a ritmo incalzante. E' vero che la testimonianza dell'amica può scagionare il marito e portare ad una delle piste precedenti, parlo della donna che ad ottobre ha visto Elena piangere e sfogarsi perché qualcuno l'aveva tradita, ma è anche vero che la stessa amica l'ultima volta l'ha vista sulle scale di casa, era andata a prendere delle uova, e le è sembrato che fosse triste e stesse per piangere. Ed allora c'è da chiedersi se il litigio non fosse alle bordate finali.

Concludendo, non si può non notare come il caso sia intricato oltre ogni limite e come ogni pista sia ancora aperta e percorribile in ogni senso e controsenso (a volerli percorrere). E quando tutto è possibile o impossibile, i sorrisini degli opinionisti non hanno motivo di esistere. Inoltre chiunque può sbagliare e nessuno ha il diritto di giudicare in maniera ironica il comportamento di altri. L'ho detto e ripetuto migliaia di volte: il tradimento è lo sport nazionale italiano e vi aderisce quasi il 70% della popolazione. Fa male al coniuge che lo subisce? Certo che sì. Ma se c'è anche solo una minima possibilità che il marito non sia parte attiva di quanto accade poi alla moglie, e in questo caso come in altri le possibilità sono più che minime, tutto resta in secondo piano perché la tragedia che si è accanita sulla sua famiglia coinvolge anche i figli. Ed ecco che il tatto deve prendere il posto dell'ironia, specialmente quando quattro bambini che improvvisamente si trovano senza madre vivono nella speranza e ogni giorno la attendono col cuore in subbuglio e il viso rivolto alle portiere dei bus.

Perciò, invece di fare e scrivere illazioni si cerchi di aiutare la giustizia forzando la mano ai carabinieri e ai procuratori affinché non si fermino all'apparenza ma indaghino davvero a 360°: in fondo non è difficile.

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43 commenti:

Anonimo ha detto...
Per fortuna del marito c'è la testimonianza di una vicina che ha visto Elena in giardino intorno alle 8.15, dopo che il marito era uscito per accompagnare i figli a scuola, dunque a meno di non considerare la vicina complice questa testimonianza lo scagiona perchè non ci sarebbero i tempi affinchè lui abbia potuto ucciderla al ritorno e fatto sparire il corpo.

Stefano
emax/massimo prati ha detto...
Caro Stefano, in tantissimi altri casi italiani c'erano inizialmente testimonianze favorevoli al primo sospettato... poi abbiamo visto come si sono stravolte e cambiate. Due su tutte: il Ranelli e i fidanzatini... ciao, Massimo
Anonimo ha detto...
Inoltre ci sono due distinte figure maschili che ruotano intorno alla vicenda e che spesso i media accorpano invece di distinguere.
Uno è il paesano, padre di un compagno/i di scuola dei figli, quello di cui parla il marito, che le mandava i messaggini e con cui si sarebbero visti nel parcheggio della piscina.
L'altro è un ex compagno delle elementari ritrovato su facebook con cui Elena si sarebbe incontrata al centro commerciale per poi appartarsi alla cava e dal quale temeva di essere stata ripresa.

Stefano
Anonimo ha detto...
...si Massimo, sugli stravolgimenti delle testimonianze. purtroppo hai ragione.

Stefano
Mimosa ha detto...
Complimenti Massimo, ottimo articolo, redatto con la tua squisita imparzialità.

Anch’io come Stefano ritengo che Michele non avrebbe avuto il tempo
non bastano 15 minuti per uccidere, spogliare la moglie, prendere il cadavere, riporlo in auto e correre a buttarlo nel fiume …
e, anche ammettendo che se lo tenesse in macchina mentre si rivolgeva ai vicini, entro le h 9, per poi ripartire alla ricerca con gli abiti sul sedile, a che ora ed in quale punto avrebbe occultato il corpo, se tutto il suo percorso è stato monitorato con il cronometro?
Infatti, egli si è recato nel paese vicino per accendere il riscaldamento in casa dei suoceri e dopo pochi minuti se ne è andato, lo hanno visto.

Inoltre, perché inventarsi di essere passato dallo studio medico per verificare gli orari di ricevimento onde accompagnarvi la moglie nella stessa mattinata, dopo una serata ed una nottata alquanto agitata …?
Questo a me sembra il comportamento di un marito premuroso, non una invenzione per depistare …

Perché avrebbe dovuto inventarsi tanti particolari come quelli del pianto della donna, accovacciata del pomeriggio e dei pugni in testa la notte, nominando le “voci” che lei sentiva?

È un uomo di media cultura, io non lo vedo così cinico e freddo da imbastire una ricostruzione fantasiosa …
è all’apparenza semplice e onesto lavoratore, che mai ha dato adito a comportamenti irascibili … anzi, ora piuttosto emergono particolari sul disagio di Elena, manifestato in modo ermetico a tutto il suo entourage parentale ed amicale intorno ai primi di novembre 2013.
Lui, come tanti mariti, non aveva il minimo sospetto di cosa stesse vivendo e soffrendo la moglie … al pari dei parenti.

A “La vita in diretta”, dopo le esternazioni e le mimiche facciali della nota “criminologa” (tra l’altro col giubbino da policeman), palesemente eloquenti sulla sospettabilità del coniuge, e sparita dalla poltrona in men che non si dica, c’è la “matura” assennata giornalista inviata sul posto che non nasconde la sua opinione in merito alla assoluta estraneità di Michele, e non perde occasione di ribadire che i CC escludono l’uxoricidio, nonostante gli “atti dovuti” imposti dai Magistrati (“a garanzia”).

Mah, vedremo gli sviluppi delle notizie che ci faranno pervenire.

A presto!
Mimosa
PINO ha detto...
Non trovo,in questo caso, sia sostenibile un'assoluta estraneità del marito alla scomparsa della moglie, anche tenendo presente tutte le possibilità segnalate da Massimo, e la successione cronologica con cui si sono succeduti i vari accadimenti.
L'eventualità del coinvolgimento del Buoninconti, è almeno pari a tutte le altre ipotesi formulate fino ad ora; non può essere esclusa categoricamente, se si vuole analizzare, senza presupposti, la stranezza che ha caratterizzato la scomparsa di Elena Ceste.
Il fatto, per esempio, del ritrovamento degli indumenti della donna, presso il cancello della sua abitazione, adagiati con un ordine, non logicamente progressivo e senza gli occhiali (non visti, di primo acchito, sotto gli abiti stessi) trovati dal marito, secondo il suo racconto, in una seconda ricognizione sullo stesso luogo, resta inspiegabile, nonostante ogni sforzo per trovarne un nesso logico.
Inoltre, che senso avrebbe, per chi ha intenzione di allontanarsi volontariamente, lasciare i propri indumenti, compresi gli occhiali?
Ne avrebbe indossati degli altri, e perchè?
Non credo sia andata via... nuda.
Non credo neanche ai testimoni degli avvistamenti, che l'hanno descritta "con gli occhiali", che NON poteva avere, avendoli lasciati per terra, assieme agli abiti, (ed il marito ha affermato che i vari occhiali di Elena erano TUTTI a casa).
E' evidente, quindi, che l'allontanamento "volontario" sarebbe il meno probabile, secondo il mio modesto parere.
la chiave del mistero andrebbe cercata altrove.
Pino
Ivano Meossi ha detto...
Buongiorno a tutti.

A parte il fatto di avere come protagoniste mogli coinvolte in casi di cronaca nera misteriosi e di risalto mediatico, le vicende di Melania Rea, Katia Tondi ed Elena Ceste presentano tutti una particolarità: la vittima è priva della fede nuziale.

Anonimo ha detto...
SE (se) la testimonianza della vicina, e' vera, non e' piu' un quarto d'ora, ma 1 ora!!! il tempo che il marito avrebbe avuto a disposizione. Come solito qualcuno mente, bisogna vedere CHI e', perche' se e' lui...........
magica ha detto...
buongiorno a tutti
qualcosa di strano deve esssere successo .
quando succedono questi casi ,,gli occhi di chi indaga misurano tutti i movimenti . e guai se trovano orari discordanti... sei nella bufera.. .
bisogna che la ceste sia fuggita attraverso i campi e nella boscaglia . perchè per la strada non l'hanno vista , ancora di piu' non sarebbe passata inossevata :era nuda.
tutto troppo strano .una ambiguita' è che michele sia andato alla casa dei suoceri anche dopo aver saputo che la moglie la' non si era vista .. per andare ha dovuto attraversare un ponte sopra un fiume .. mah .. tante ipotesi ma solo ipotesi .
Anonimo ha detto...
ieri sera a QG si è discusso delle molte contraddizioni di Michele Buoniconti, marito della scompara Elena Ceste.
Resta, comunque, irrisolto il mistero degli indumenti della donna. lasciati per terra, occhiali inclusi, prima del supposto allontanamento, al quale pochi hanno dato credito.
Vanna ha detto...
A mio parere questa sparizione, con tutte le evidenti contraddizioni che sono emerse, si può inserire in un discorso più grande che coinvolge non poche donne, scomparse, uccise, negli ultimi anni.
Il copione sembra lo stesso, ricordando velocemente:
- caso Ragusa e pigiama rosa;
- Sarah, le ciabattine infradito, gli auricolari, le collanine;
- Melania, la borsa e gli occhiali;
- Elena, i vestiti ammucchiati e gli occhiali ritrovati prima o dopo, da verificare.
Gli oggetti attenzionati,vengono ripetuti in tutte le trasmissioni diventandone quasi elementi determinanti per capirci qualcosa di più, quando non si sa che pesci prendere oppure quando si vuole dirottare il sospetto.
Forse gli oggetti vengono usati, spostati, messi lì proprio per indicare una pista che invece non c'è.
Non credo che Elena se ne sia andata nuda e senza occhiali.
Semmai con tale fatto, che sembrerebbe costituire prova o indizio, si tiene la notizia sempre fresca e disponibile per un pubblico affamato e con superficiale raziocinio.
Dovremmo chiederci:
- a chi fa comodo soffermarsi su questa mamma e le sue frequentazioni fbk?
( Se poi aveva o meno incontri osé, perché scandalizzarsi?)
- A chi fa comodo puntare il dito sul marito?
( Che interesse poteva avere il marito a restare senza moglie con 4 figli da crescere e poche possibilità di trovare un'altra per farlo).
- A chi fa comodo distruggere una famiglia e 4 bambini in età fragile?
...continuo...
Vanna ha detto...
...continuo...

Mi soffermo proprio sui 4 bambini e su un nucleo familiare che, sembra, vivesse secondo sani principi, ben inserito in una comunità e con rapporti familiari più ampi.

I problemi che poteva avere Elena,sono tutti comprensibili e li viviamo tutti nel quotidiano di una vita sempre più affannosa.

E' emerso che Elena fosse preoccupata per i suoi bambini sui quali qualcuno aveva puntato.

A chi interessa una famiglia pulita,credente, con 4 teneri e ingenui bambini da addottrinare ed usare per altro, dopo averla smembrata, confusa, addolorata?

A mio modesto parere se Elena è caduta in qualche trappola il motivo era proprio quello di distruggere quella famiglia con ben 4 creature.

La zona è piena di sette sataniche che operano proprio per distruggere i sani principi e per creare fango, odio, sofferenza, rabbia, confusione.
Per fare il male e nutrirsi di quel dolore.
Vanna ha detto...
Ho dimenticato, chiedo scusa.

La fede, simbolo del vincolo matrimoniale, trovata a casa.

Perché a casa e non portarla dietro?
Perché potrebbe averla tolta la notte e non ha fatto in tempo a rimetterla.
Oppure perché a casa per fare i lavori non la portava.
Io a casa non la porto mai quando devo fare i lavori casalinghi, la infilo quando esco e quando torno la tolgo di nuovo.

La fede è l' oggetto benedetto durante la cerimonia matrimoniale,
è carico di significato spirituale
e religioso.
Chi l'ha costretta ad uscire non voleva la fede per i significati che questa racchiude, voleva lei.

Nella religione cattolica l'unico sacramento che diviene tale lo diviene per volere dei due sposi.
( Se non ricordo male )
Nel momento in cui chi l'ha costretta ad andare via, non aveva bisogno di quel simbolo perché aveva lei, "simbolo" vivente di quel vincolo religioso compromesso o da compromettere, ricco e pieno di una fertile famiglia.

Che dire: la quadratura del cerchio del male.

E' evidente che le mie idee sono ipotesi di percorso, col cuore mi auguro che non sia andata così.
PINO ha detto...
@ VANNA cara,
è ormai diventato un luogo comune, quando si brancola nel buio, nella ricerca investigativa, puntare il dito in direzione delle così dette "sette sataniche".
Lo si è fatto in molti casi, non ultimo quello di Melania Rea, sfatato di recente, dalle indagini su quanto avveniva nella caserma di addestramento di soldatesse, dove il Parolisi prestava servizio.
La scomparsa di Elena Ceste ripete un copione stereotipato; quello che lo distingue, è nel mistero degli indumenti della donna, rinvenuti nel recinto della propria abitazione.
Ora io chiedo, e mi chiedo, chi, volendo allontanarsi "volontariamente", con fini diversi, senta la necessità di cambiare abbigliamento, lasciando gli indumenti per terra,occhiali da vista compresi, nei pressi della propria abitazione, quando avrebbe potuto sostituire comodamente in casa, al caldi ed al coperto?
Se l'allontanamento fosse stato forzato, perchè spogliare la donna?
Non trovo nesso logico.
Ce ne sarebbe, solo se si considerasse l'atto come un depistaggio: un voler creare confusione, insomma, negli investigatori.
A parte, restano le contrastanti dichiarazioni di Boniconti.
Ciao, Pino
Vanna ha detto...
Pino caro, purtroppo quel tipo di pista non è "luogo comune" come dici, lo può sembrare ma secondo me non è così.
Posso anche sbagliare per carità, ma che tale pista non venga affrontata e non sia stata affrontata con credibilità e competenza anche negli altri casi poco chiari, dimostra che è una pista che incute un certo timore e per questo si tende ad escluderla, a non considerarla, addirittura a minimizzarla.
La lettura di fatti singolari di non chiara comprensione, può essere fatta anche da altri punti di vista e le chiavi di lettura per farlo qui ci stanno.
La stranezza dell'abbigliamento in terra come giustamente scrivi, non ha razionalità, non ha logica è vero, allora si può ipotizzare altro oltre l'orizzonte dell'apparente.
Ed è sicuramente un depistaggio, un altro depistaggio come negli altri casi.
Non credo che i fatti siano andati come ci viene raccontato ripetutamente, è successo qualcosa che ha sconvolto la mente, la vita di E.e anche dei suoi figli.
Un caro saluto.

Chiara ha detto...
la tua ipotesi ha una sua dignità, Vanna, e l'hai ben costruita.
il tempo ci dirà, forse, se sia anche percorribile.
Mimosa ha detto...
All’Anonimo del 15 marzo 2014 07:52
e ad altri

Quotidianamente, e pure oggi, nel talkshow pomeridiano della Perego, Rai 1, vengono mandate in onda le “contraddizioni” di Michele e gli orari “discordanti” confrontati con le dichiarazioni della vicina, tratte dall’intervista di CLV (mai vista tanta collaborazione tra testate e pure antagoniste).
Tutto si gioca sulle ore 9 (“non più tardi delle 9, minuto più minuto meno”, dice lui) e sulle ore 9.30 (precise, secondo lei).
Strane le precisazioni al minuto orario per persone che non hanno l’orologio al polso e non soggiacciono alla mania di contabilizzare il tempo!

Il massimo dell’insopportabile, per me personalmente, è sentir parlare di “buco di 50 minuti”, detto soprattutto con quelle facce e bocche e rotear di occhi, indegne di un giornalista professionista conduttore di format che per etica dovrebbe essere, almeno pubblicamente, imparziale, altrimenti che informazione fanno e danno? Iniziano i processi accusatori in tv e poi si nascondono dietro un dito, criticando chi lancia anche velati sospetti (oh, come “ad abundantiam” si è visto …! Oh, quale sincero “garantismo”!).

Il buco di 50 minuti non esiste: in quei minuti (anche fosse che Michele è ritornato a bussare alla vicina alle 9.30) entrano: la telefonata che Michele ha fatto alla vicina (per sua stessa affermazione) per sapere se la moglie fosse da lei, la telefonata al suocero per avvisare che Elena era scomparsa da casa, la telefonata al parente di Bovone per sapere se per caso l’aveva vista arrivare. E ci mettiamo doverosamente il primo giro nei dintorni per cercarla e il tragitto fino alla casa delle vacanze dei suoceri, dove ogni venerdì Elena si recava ad accendere il riscaldamento per far trovare l'ambiente caldo al loro settimanale arrivo.

E qui, signori miei, si innesca l’ulteriore cretina domanda dei personaggi salottieri, su induzione della conduttrice: come mai un pover’uomo che non trova la moglie in casa e anzi la crede andata via nuda (avendo trovato tutti i suoi vestiti persino intimi in giardino), anziché essere disperato (chi misura la disperazione di un altro essere umano?!), entra in casa e accende la caldaia?
“Gesto automatico”? Macché, replica sulla sedia, che pare scotti sotto al nobile sedere, la criminologa, “non funziona così la mente umana!” … con la denigrazione “ufficiale” di chi pensa che in frangenti drammatici, sotto stress, un individuo possa compiere gesti automatici senza pensare né riflettere …
Cara signora, come vorrei incontrarla di persona! e ridimensionare la sua saccenteria, una volta per tutte!

Mimosa
Mimosa ha detto...
Cara Vanna, come tuo costume hai reso un’analisi particolareggiata della situazione, cercando di comprendere le motivazioni dell’evento.

Sulla possibile ingerenza di una setta satanica ne hanno accennato ieri pomeriggio e oggi pare la approfondiranno con le dichiarazioni dell’amica di scuola di Elena. Spero di potermi mettere davanti al televisore.
È notorio che intorno a Torino, e ho sentito anche Asti e Ivrea, ci siano gruppi che praticano l’occultismo estremo, che – a quanto ne sapevo già – è uno dei centri più attivi e potenti, ma la nostra sapientissima criminologa ha escluso possano c’entrare con la scomparsa di Elena Ceste, perché “quelli” cercano adepti con soldi, in pratica non sanno che farsene di una donna nuda.

Eppure, si sottovaluta l’improvviso disagio della donna molto religiosa e praticante, palesato guarda caso nel periodo dei Defunti dello scorso anno e rinnovato intorno all’Epifania di quest'anno.
Il demonio ha mille facce, assume anche sembianze amichevoli, in modo da raggirare meglio le persone fragili, le più semplici, ove vede magari una forte fede ma anche una pratica religiosa di scontata consuetudine, facendole cadere nei tranelli.

Elena – a detta del marito (perché non credergli? che motivo ‘diabolico’ avrebbe avuto nell’inventarselo?) – il pomeriggio e la notte prima, sentiva delle voci nella testa, piangeva e mostrava forte ansia.
A meno di pensare egli stesso coinvolto in progetti tipo Monarch (di nota memoria), non si può escludere che la povera Elena, casalinga più per dovere che per vocazione, sia stata bersaglio di un raggiro e un tranello di gente con interessi poco ortodossi.

Sarebbe molto interessante sapere dall’ex compagno di scuola con quali lusinghe ha indotto questa madre e sposa fedele ad appartarsi con lui in intimità, in un unico incontro, dopo anni che non si vedevano.
Questo, a mio parere, è un primo scoglio da sondare.

Poi ne possiamo riparlare. Senza queste informazioni, rimane l’oscurità più totale, fatta salva l’estraneità totale del marito, checché vogliano far credere certi opinionisti.

Mimosa 
Vanna ha detto...
Mimosa cara, ciao!

La ricostruzione che hai fatto della qualità di un salotto televisivo è autenticamente vera. Questi salotti al borotalco sono utili agli addetti ai lavori e servono per indottrinare il pubblico a fargli credere quel che si vuole.

Non so chi sia la criminologa della trasmissione che afferma come dici,che i personaggi dell'occulto s'interessano ai soldi e non a modeste donne nude.

Questa criminologa o non è per nulla preparata e apre la bocca per non dire niente, oppure è pagata proprio per fare questo.

Se è vero che chi opera nell'occulto vuole denaro e sceglie persone che lo hanno e le svena.
E' anche vero che sceglie persone senza denaro ma con altri tesori da prendere.

E' tutto incentrato sull'energia:
chi conduce una vita modesta, di sacrificio e laboriosità, non fa male ed ha figli piccoli, quindi canalizza il bene, diviene per tali operatori neri, una miniera di oro da prosciugare, sfruttare per caricare le proprie riserve energetiche scariche.

Infatti, l'affetto familiare è quello più importante per tutti i sani principi che promuove e che espande nella società.

Intaccare l'armonia di una famiglia procura disagio, sofferenza ed è con questo dolore che si ricaricano certi personaggi.

Elena dovrebbe essere compresa, se ha avuto momenti di debolezza, di solitudine, potrebbe qualche "corvo", averla fiutata, confusa, accerchiata, " lavorata".
Lei sembrava vigile,se sentiva voci, andava dal parroco che, dovrebbe riferire a chi di dovere, quello che sa.
Di sicuro lo ha detto al vescovo.

Questa famiglia andrebbe sostenuta,i bambini soprattutto!
Invece di mettere in dubbio l'onestà di una donna che tra orto,bucati,pranzi e cene, se si è appartata in una cava, non era proprio lucida.
E anche il marito che a me appare confuso, irritato e potrebbe fare il gioco di quelli che non vogliono che esca fuori la verità dando poi la colpa a lui.

Ho letto su Nibiru forum che a " Mistero" di un paio di settimane fa,hanno fatto vedere una chiesa
sconsacrata, nei dintorni di Saluzzo, utilizzata per certe pratiche.

Le forze dell'ordine e quelle religiose conoscono bene quello che c'è nella società locale,
purtroppo qualche volta c'è una certa connivenza tra i poteri e per questo spesso viene additata la parte più umile,più vicina allo scomparso o all'ucciso perché è quella più comoda.

...continuo..



Vanna ha detto...
...continuo...

Sarà per questo motivo che le indagini seguono sempre le piste più ovvie?
Perché è molto più facile additare umili personaggi che non, ad esempio,un avvocato, un ingegnere, un medico, qualcuno ammanicato con qualche settore che conta.

Per ricordare nell'immediato:
Sollecito fu subito blindato dal padre avvocato.

Le cugine di Chiara Poggi idem dal padre avvocato anche lui.

Le altissime coperture familiari e religiose di Restivo sono venute fuori appena flautate.

Accenno solo a Rosa e Olindo, umili personaggi.

Dietro la sparizione delle gemelline cosa c'è?
Massimo col suo articolo ha aperto uno spiraglio non certo da poco.

Nel caso Ragusa chi è stato interrogato e torchiato?
Chi conosceva sofisticati sistemi elettronici, faceva volare le micro spie e distruggere telefonini?
Nessuno.
Ma le ricerche di un corpo hanno avuto un costo di persone e mezzi, e quella famiglia rinovella ogni giorno il suo significato più profondo.

Dietro i casi Orlandi-Gregori-Cesaroni e il bambino sudamericano
ci sono scenari più scuri del buio:
chi è venuto fuori?
Non ci sono umili contadini,caporali,portieri...

Quindi, questa nuova famiglia dilaniata dal dolore, dovrebbe essere rispettata di più nelle trasmissioni televisive e su fb.

Un caro saluto.
Mimosa ha detto...
Ciao Vanna, condivido in pieno quello che scrivi.
Mimosa

PS - chi è la "criminologa" che descrivevo? prova a visualizzarla: biondona, labbra gonfiate, occhi magnetici, giaccone da policeman ... e le calza anche il tuo commento
Vanna ha detto...
Mimosa, condivido la descrizione del personaggio.

Oggi pomeriggio, avvisata dal tuo post, mi sono attaccata alla tv per seguire nel salotto pomeridiano gli aggiornamenti su Elena.
L'amica, la sensitiva senza nome e volto, l'esperienza di un'anonima scritta in lettera a Michele B. sembrano essere sensate.
Che ne pensi?
Buona serata.
Mimosa ha detto...
Vanna cara,
l'amica esprimeva per filo e per segno il tuo e il mio pensiero riguardo al "tranello" dei “diabolici” finti amici in cui possono aver accalappiato la fiducia della “casalinga, moglie e mamma”, come Elena si era definita su fb.

La lettera della signora anonima mandata a Michele confermerebbe proprio queste supposizioni.
E trovo terrificante possa capitare di ricevere messaggi subliminali e telepatici … e poi qualcuno ha il coraggio di negare l’esistenza del diavolo …
Sappiamo che ogni cosa al mondo ha il suo contrario: vita e morte, nero e bianco, acceso e spento, luce e buio, bene e male, forza e debolezza.
In particolare, non ci sarebbe il Bene se non ci fosse il Male, c’è poco da obiettare. Vivremmo tutti nell’Eden.

Per quanto riguarda l’abbindolamento di persone solo danarose, l’inviata stava per replicare, ma la conduttrice l’ha interrotta.
Certo, non fa comodo per una determinata piega d’audience cancellare un sospetto per mettere a posto una verità.

Infine, il fatto che Elena fosse scomparsa “nuda e cruda” (espressione popolare), come non pensare che tale sia proprio l’immagine di un totale cambiamento di vita? Un distacco totale dal passato, per un nuovo inizio? (Se qualcuno l’ha caricata in macchina, le avrà dato una specie di saio, una nuova veste battesimale)

Ad ogni modo “Nessuna discrepanza - rivelano gli inquirenti - neppure in merito agli orari di quel mattino e alle testimonianze dei vicini di casa”. E nonostante ciò, anzi, in forza di ciò, stasera a CLV hanno spostato l’obiettivo: le telecamere della banca hanno registrato il passaggio dell’auto di Michele nel centro abitato di ritorno da scuola alle 8:32.
E, dunque – fanno rimbalzare nelle teste dei telespettatori la domanda – come è possibile che egli dicesse che a quell’ora era a casa? Come è possibile che abbia fatto il giro dell’intera abitazione e del giardino in così breve tempo, raccattando gli abiti (come da precedente lunga intervista), se alle 8.40 ha telefonato alla vicina per chiedere se Elena era da lei?
Nessun commento sul “buco” temporale fino alle 9.30, quando – ad orologio svizzero della vicina – andò alla porta per chiedere di aiutarlo nella ricerca. Bontà loro!

Insomma, l’hanno ingarbugliata solo per non arrendersi: troppo comodo strutturare servizi per tenere alta l’attenzione del pubblico assatanato di sospetti sul bersaglio più facile … così è stato per Parolisi.
Come si permettono i giornalisti di ergersi a inquirenti della peggior risma?

Per fortuna alla “Vita in diretta” questo pomeriggio erano in studio una Bonaccorti (ma perché la chiamano?) e un Fusaro assolutamente convinti dell’estraneità del marito. E ho gongolato quando Fusaro – dall’alto della sua competenza – ha detto esplicitamente che la mente umana sotto stress fa compiere atti automatici, come quello di accendere una caldaia!
… alla faccia della eccelsa criminologa.

Buonanotte, Mimosa
Mimosa ha detto...
Cari Amici, “vicini e lontani”,
la mandata in onda alla “Vita in diretta” di ieri pomeriggio di due “donne”, paesane, incappucciate di bianco, con voce mimetizzata (senza alcun dubbio “ragazze”, data l’altezza e la corporatura), è servita a rinforzare la teoria palesemente colpevolista della conduttrice e della redazione della nuova edizione del palinsesto, sì da inculcare nell’opinione della massa che il marito avesse potuto in un arco di tempo ristrettissimo (stando alla vera tempistica) ammazzato e fatto sparire la moglie
(lui, pompiere può conoscere luoghi boschivi ignoti ai più, questa era la considerazione finale dell’incappucciata).

Si fa leva anche sul fatto che il marito parli della moglie scomparsa non con verbi al tempo presente, ma chi di voi, in coscienza e spontaneamente, parlerebbe di una persona scomparsa in circostanze assurde come se fosse viva e la stessa di sempre?
Se mio marito sparisse, dopo aver mostrato sintomi di un turbamento profondo sorto da poco tempo, anch’io direi “era” una persona tranquilla, senza grilli per la testa, ecc., perché descriverei quello che “era” prima della sparizione.

È troppo facile fare le pulci al comportamento degli altri …
immedesimiamoci in loro, come tante volte ho avuto occasione di dire in altri casi trattati in questo blog!

Io sono pronta a rivedere le mie opinioni, se voi (non “loro”) mi offrirete obiezioni logiche.

Per ora accosto Michele Buoninconti a Salvatore Parolisi, con tutto ciò ne consegue e ne è conseguito.

Mimosa
PINO ha detto...

" Da Quarto Grado" del 28-3-14 // Grisdi..riflessioni e ragionamenti sui vari casi....


Vuoi rivedere o ti se perso la puntata di venerdì scorso di Quarto Grado : ecco il link ! buona domenica !http://www.video.mediaset.it/video/quarto_grado/full/448795/puntata-del-28-marzo.html



** La Scomparsa di Elena Ceste ....


** "Partiamo dal marito e crediamogli quando ci parla di confidenze particolari ricevute dalla moglie pentita, quando ci dice di aver ritrovato gli abiti e gli occhiali in cortile e tutti gli oggetti della moglie in casa, compresa la fede. Ed ecco che credendogli si arriva alla frase magica che può far pensare ad un allontanamento volontario e ad avvistamenti reali. La fede trovata in casa non è un particolare da poco o irrilevante se rapportata a un fedele, a uno che crede in Dio, che va in chiesa e della sua religione cerca di seguire i dettami. Togliersi l'anello che ha sancito una promessa di matrimonio e lasciarlo al coniuge prima di andarsene, per chi sente di aver peccato ha un significato profondo che va addirittura oltre i normali significati laici. Se togliersi la fede per tutti noi può voler dire non amare più la persona sposata, per chi segue costantemente e in maniera seria una religione il discorso si amplia e può sfociare in una conclusione anche peggiore. In questo caso chi la toglie può farlo non perché non ama, ma perché pensa di non meritarla e di non meritare il perdono, perché pensa di non riuscire a sopportare e superare gli errori che ai propri occhi paiono imperdonabili. E il tradimento, per una donna cattolica praticante, è un peccato di prima fascia che sfocia nella vergogna assoluta.

"L’adultero è privo di senno; solo chi vuole rovinare sé stesso agisce così. Incontrerà percosse e disonore, la sua vergogna non sarà cancellata, poiché la gelosia accende lo sdegno del marito, che non avrà pietà nel giorno della vendetta; non vorrà accettare alcun compenso, rifiuterà ogni dono, anche se grande". (Libro dei Pro verbi 2,18-19; 6,2 7-35)

Quindi credendo che quanto racconta Michele Buoniconti sia davvero ciò che gli ha confessato la moglie, confessione forse confermatagli al cellulare dall'amico che, presenti i carabinieri, gli ha parlato di incontri avvenuti al solito posto (nel parcheggio della piscina), confessione in cui lei gli parla di un incontro sessuale avvenuto alla cava, dietro il centro commerciale i Bricchi, tutto il quadro avrebbe un suo senso e vedrebbe aleggiare sullo sfondo il disagio nato in Elena proprio a causa di ciò che ha capito essere errori imperdonabili: i suoi tradimenti. Insomma, a seguire la pista dell'innocenza del marito, la donna si sarebbe spogliata in fretta dei vestiti di brava madre e moglie lasciandoli nel cortile di casa per andarsene nuda verso un nuovo destino (forse un brutto destino)..... 





** "Perché  poi Michele Buoniconti è un cattolico praticante: non ha per caso seguito alla lettera quanto scritto sopra? "L’adultero è privo di senno (...) incontrerà percosse e disonore, la sua vergogna non sarà cancellata, poiché la gelosia accende lo sdegno del marito, che non avrà pietà nel giorno della vendetta...". Come si vede, qui si parla di vendetta. Noi non lo conosciamo, quindi possiamo solo teorizzare e ipotizzare, pensandolo vendicativo, che il suo parlare di amanti e video osé gli serva per portare le indagini su altri e per far sapere alla sua comunità che lui non ha colpe qualunque cosa sia accaduta, anche se si fosse vendicato. 

Nessuno ci può vietare di pensare che il marito abbia frugato nel cellulare della moglie e trovato gli sms compromettenti per proprio conto. Che quindi abbia mentito e non ci sia stata alcuna confessione (se ci fosse stata avrebbe saputo qual era il solito posto in cui si incontrava e non doveva chiederlo al buon "amico"), al massimo qualche ammissione, e che i litigi si siano succeduti negli ultimi giorni a ritmo incalzante. E' vero che la testimonianza dell'amica può scagionare il marito e portare ad una delle piste precedenti, parlo della donna che ad ottobre ha visto Elena piangere e sfogarsi perché qualcuno l'aveva tradita, ma è anche vero che la stessa amica l'ultima volta l'ha vista sulle scale di casa, era andata a prendere delle uova, e le è sembrato che fosse triste e stesse per piangere. Ed allora c'è da chiedersi se il litigio non fosse alle bordate finali.