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Elena Ceste è morta, la conferma dal DNA: è suo il corpo ritrovato nell'astigiano...
La donna, mamma
di quattro bambini, era scomparsa da casa lo scorso 24 gennaio
E' di Elena Ceste il cadavere trovato sabato mattina, in avanzato stato di decomposizione, nelle campagne dell'Astigiano. (VIDEO)La svolta nelle indagini sulla scomparsa della donna, 37 anni, svanita nel nulla lo scorso 24 gennaio, dall'esame del dna dei resti trovavi durante la pulitura di un canale di scolo, a meno di due chilometri dalla casa in cui abitava con il marito e i quattro figli. Le indagini dei carabinieri proseguono ora, nel più stretto riserbo, per stabilire se la madre si sia suicidata o se sia stata uccisa. Un mistero lungo nove mesi, tra segnalazioni e falsi allarmi, mitomani e ricerche all'estero. L'ultima pista seguita portava addirittura a Tenerife.
Il corpo della Ceste era invece lì, a due passi da casa, tra il fiume Tanaro e la ferrovia. A ritrovarlo, in avanzato stato di decomposizione, alcuni dipendenti comunali, impegnati nella pulizia dell'alveo di un canale. L'area è stata sequestrata ed è tuttora sorvegliata dai carabinieri del Comando provinciale di Asti, guidati dal tenente colonnello Fabio Federici. I militari hanno informato del riconoscimento del cadavere il marito, Michele Buoninconti, vigile del fuoco ad Alba (Cuneo). Era stato lui, lo scorso 24 gennaio, a denunciarne la scomparsa e a far partire le ricerche. "Mi aveva pregato di passare a prendere i figli a scuola perché non stava bene - ha raccontato -. Non l'ho più vista".
Sparita nel nulla, senza alcun bagaglio, lasciando l'auto in cortile e, in casa, il telefono cellulare e la fede. Per settimane carabinieri e vigili del fuoco hanno perlustrato campi e boschi, svuotato pozzi, scandagliato corsi e specchi d'acqua, ma inutilmente. Poi, a fine febbraio, un primo colpo di scena: "Elena era ricattata da due uomini" per una foto nella quale era abbracciata ad un amico. Ma i due venivano subito scagionati. All'inizio di marzo un'altra segnalazione portava a Torino: "Ho visto una donna come lei su un tram". Anche questa pista si rivelava, però, infruttuosa. Poi di nuovo il nulla fino a sabato mattina, quando i resti di quel cadavere in avanzato stato di decomposizione e danneggiati da una ruspa duranti la pulizia del cadavere, sono spuntati in una zona già perlustrata dalle ricerche. Il pensiero è andato subito alla mamma di Costigliole d'Asti, ma solo oggi - con l'esame del dna - è stato possibile stabilire con certezza che si tratta lei..
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IL GIALLO
Morte di Elena Ceste, marito indagato
Si ipotizza l’omicidio volontario
I carabinieri si sono presentati a casa di Michele Buoninconti per consegnargli un avviso di garanzia. I reati contestati: «Omicidio volontario e occultamento di cadavere»
di Francesca Gambarini
- Colpo di scena nella vicenda di Elena Ceste. Gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere il marito della casalinga di Costigliole d’Asti scomparsa il 24 gennaio scorso e il cui cadavere è stato ritrovato sabato 18 ottobre nelle campagne vicino a quella che fu la sua casa.
La notizia è stata divulgata inizialmente dalla trasmissione Mattino 5, la cui inviata ha riferito che venerdì mattina i carabinieri si sono presentati a casa di Michele Buoninconti, marito della donna, per consegnargli il provvedimento. «Un atto dovuto», spiegano gli inquirenti. Nell’avviso si spiega che sabato verrà svolta l’autopsia sul corpo della moglie. L’esame verrà effettuato ad Alba (Cuneo) da Francesco Romanazzi, direttore della medicina legale, che ha ricevuto l’incarico dalla Procura di Asti. La consegna dell’avviso di garanzia è una procedura che consente all’indagato di nominare un proprio consulente a difesa.
Per conoscere le cause della morte della casalinga di Costigliole d’Asti bisognerà attendere gli esiti dell’autopsia...
Già testimone, mai sospettato
L’uomo, finora, era stato sentito più volte ma solo in qualità di testimone.
In precedenza era stato anche ospite della trasmissione Chi l’ha visto?, in cui si diceva disperato per la scomparsa e lanciava appelli per ritrovare la moglie. Alcuni particolari del racconto dell’uomo non avevano mai convinto gli investigatori: dal ritrovamento degli abiti agli orari da lui indicati, che non coinciderebbero con quelli testimoniati dai vicini, gli ultimi a vedere la donna. A Chi l’ha visto? Buoninconti aveva mostrato disappunto per il ritrovamento degli abiti: «Va in giro nuda? Che figure mi fa fare?», ha ricordato di avere pensato.
In precedenza era stato anche ospite della trasmissione Chi l’ha visto?, in cui si diceva disperato per la scomparsa e lanciava appelli per ritrovare la moglie. Alcuni particolari del racconto dell’uomo non avevano mai convinto gli investigatori: dal ritrovamento degli abiti agli orari da lui indicati, che non coinciderebbero con quelli testimoniati dai vicini, gli ultimi a vedere la donna. A Chi l’ha visto? Buoninconti aveva mostrato disappunto per il ritrovamento degli abiti: «Va in giro nuda? Che figure mi fa fare?», ha ricordato di avere pensato.
*Dopo il ritrovamento del cadavere e la conferma, attraverso l’analisi del dna, che il corpo ritrovato appartiene alla moglie, il vigile del fuoco di Alba si era chiuso in casa e aveva detto agli amici che la situazione si faceva «sempre più difficile». Poi, un’altra dichiarazione:«È strano, in quel posto l’avevo cercata anche io», ha ripetuto prima di chiudersi di nuovo nel silenzio, all’interno della villetta di una frazione di Motta di Costigliole, presa d’assalto da giornalisti e operatori tv.
Alla trasmissione Mattino 5 una donna ha fatto un’altra dichiarazione: «La mattina del 24 gennaio 2014 ho visto Michele che entrava in quel vivaio e sembrava che cercasse la moglie, mi ha osservato ma non ha parlato». Sulla pagina Facebook del gruppo «Insieme per Elena», nato proprio per arrivare alla verità, è stato postato un messaggio che tra le altre cose dice: «Ora abbiamo la certezza che non avevi abbandonato i tuoi figli... ».
Alla trasmissione Mattino 5 una donna ha fatto un’altra dichiarazione: «La mattina del 24 gennaio 2014 ho visto Michele che entrava in quel vivaio e sembrava che cercasse la moglie, mi ha osservato ma non ha parlato». Sulla pagina Facebook del gruppo «Insieme per Elena», nato proprio per arrivare alla verità, è stato postato un messaggio che tra le altre cose dice: «Ora abbiamo la certezza che non avevi abbandonato i tuoi figli... ».
*Un nuovo sopralluogo dei carabinieri del luogo dove è stato rinvenuto ilcorpo di Elena Ceste e il ritrovamento di altri resti della donna scomparsa il 24 gennaio 2014. Stando a quanto riferito da fonti coinvolte nell’inchiesta, gli esperti dell’Arma avrebbero trovato, scavando nel fango tra il fiume Tanaro e la ferrovia, le mani e i piedi della donna, oltre ad alcune vertebre. Materialeda analizzare per cercare altre risposte ai mille dubbi tuttora in piedi, materiale che è stato inviato alla medicina legale dell’ospedale di Alba (Cuneo) dove venerdì è già stata effettuata l’autopsia.
Il parroco invita al silenzio
«Stiamo parlando troppo, c’è bisogno di più silenzio per non aumentare lo stress psicologico». È l’appello durante l’omelia domenicale di don Roberto Zappino, parroco di frazione Motta di Costigliole d’Asti, dove Elena Ceste viveva con la famiglia. «Tutto ciò che si dice può essere sbagliato», ha aggiunto il sacerdote, mentre ad ascoltarlo, seduti ai banchi della Chiesa, vicini di casa e amici di Elena che sabato avrebbe compiuto 38 anni. Tutto il paese è sotto choc. Accanto al canale dove sono stati trovati i resti della donna scomparsa sono apparsi mazzi di fiori, biglietti e foto dedicate alla vittima. «Ti voglio bene figlia mia!!!», il biglietto commovente appeso a una piantina di fiori e firmato «la mamma».
L’autopsia svela: nessuna violenza
Proprio quell’esame che si sperava potesse rivelare dettagli importanti sulla morte di Elena Ceste ha invece lasciato irrisolto il mistero. Non c’è nessun segno evidente di violenza, nessuna ferita, niente di niente. Perché allora quel corpo è finito lì, come ci è finito e quando? «Attendiamo gli esami tossicologici e istologici», dice l’avvocato Debora Abbate Zaro che assiste, insieme a Carlo Tabbia, i parenti della donna definiti con una sola parola: «Distrutti». A nove mesi di distanza dalla scomparsa della madre di quattro figli, il buio è ancora fitto. Anche se ora c’è un indagato, il marito di Elena Ceste, Michele Buoninconti, per il quale l’ipotesi di reato è omicidio e occultamento di cadavere. «Un atto dovuto», ha precisato il procuratore capo di Asti, Giorgio Vitari, che coordina le indagini. I familiari di Elena sono ancora dalla parte dell’uomo, anche perché ci sono quattro minori da tutelare, quattro figli che hanno già perso la madre e che vivono una vicenda molto dolorosa...
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ELENA CESTE: gli inquirenti setacciano nei pressi dell'abitazione e all'interno alla ricerca di una comparazione per un telone di uso agricolo, del tipo usato per proteggere le colture da gelo e grandine, che è stato trovato nel luogo dove sono stati rinvenuti i resti di Elena Ceste, la madre di 37 anni scomparsa il 24 gennaio scorso e il cui corpo in avanzato stato di decomposizione è stato trovato due settimane fa a poco più di un chilometro dalla sua casa di Costigliole d'Asti.
I carabinieri, dopo la scoperta, si sono presentati nella casa dove la donna abitava con la famiglia e hanno compiuto un sopralluogo nella serra del marito Michele Buoninconti, indagato per omicidio, scattando diverse fotografie.
Gli esperti non hanno dubbi: la posizione in cui sono stati trovati i resti della donna rivelerebbe un delitto e non un suicidio o una caduta accidentale. Ciò che restava del corpo della donna è stato infatti trovato in una posizione anomala: "Come se qualcuno lo avesse sistemato con cura per occultarlo sotto i rovi del canale" spiegano gli investigatori.
La prima autopsia eseguita sabato scorso però non ha potuto stabilire la causa della morte di Elena Ceste. "Le condizioni dei suoi resti erano tali da non consentire di rilevare tracce chiare di violenza" dicono i medici legali. L'assenza di alcune ossa fondamentali per la perizia necroscopica, come quelle del collo, hanno reso ancor più difficile il lavoro degli esperti. "Impossibile infatti capire se c'è stata una frattura dell'osso ioide, segno inequivocabile dello strangolamento" spiegano all'ospedale di Alba dove è stata fatta l'autopsia. Dal canale Mersa intanto continuano a riemergere altri resti di Elena Ceste, ossa che saranno analizzate dai medici legali.
CHI L'HA VISTO & QUARTO GRADO PAGINA FAN
SOCIAL : LIVE MISSING ITALIA
I carabinieri, dopo la scoperta, si sono presentati nella casa dove la donna abitava con la famiglia e hanno compiuto un sopralluogo nella serra del marito Michele Buoninconti, indagato per omicidio, scattando diverse fotografie.
Gli esperti non hanno dubbi: la posizione in cui sono stati trovati i resti della donna rivelerebbe un delitto e non un suicidio o una caduta accidentale. Ciò che restava del corpo della donna è stato infatti trovato in una posizione anomala: "Come se qualcuno lo avesse sistemato con cura per occultarlo sotto i rovi del canale" spiegano gli investigatori.
La prima autopsia eseguita sabato scorso però non ha potuto stabilire la causa della morte di Elena Ceste. "Le condizioni dei suoi resti erano tali da non consentire di rilevare tracce chiare di violenza" dicono i medici legali. L'assenza di alcune ossa fondamentali per la perizia necroscopica, come quelle del collo, hanno reso ancor più difficile il lavoro degli esperti. "Impossibile infatti capire se c'è stata una frattura dell'osso ioide, segno inequivocabile dello strangolamento" spiegano all'ospedale di Alba dove è stata fatta l'autopsia. Dal canale Mersa intanto continuano a riemergere altri resti di Elena Ceste, ossa che saranno analizzate dai medici legali.
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SOCIAL : LIVE MISSING ITALIA
ELENA CESTE, STASERA il caso a QUARTO GRADO. Ho visto Elena quella mattina alle 8,30 con un uomo che l'ha trascinata per i capelli sino dentro la chiesa". Chi ha inviato questo sms a metà giugno a Mario Gozzelino, medico di famiglia di Elena Ceste? Spunta un altro mistero nel giallo di Asti. Di sicuro c'è che quel messaggio fu inviato da una cabina telefonica di Angri (Salerno), paese d'origine del marito di Elena.
E si sa anche, come racconta la "Stampa", che tempo fa il marito di Elena, Michele Buoninconti, fu visto avvicinarsi alla targhetta dello studio del medico, che riporta orari e numero di cellulare, per poi allontanarsene.
Intanto, i carabinieri hanno compiuto un sopralluogo nella casa di famiglia per verificare se dalla serra manchi parte della protezione in plastica: un telo di quel materiale è infatti stato rinvenuto proprio vicino al corpo della donna.
Tutti dettagli che potrebbero essere rilevanti, alla luce del ritrovamento del cadavere a meno di un chilometro da casa, sepolto nel fango. Particolari ai quali si aggiunge anche l'attacco, pochi giorni dopo la scomparsa di Elena, del marito agli amici di lei: "Restituitemela. Perché me l'avete portata via?", con l'accenno al fatto che la donna da tempo era "nervosa, diceva che aveva fatto uno sbaglio, che le avevano fatto fare qualcosa di male e adesso la perseguitavano".
Insomma, spunta il sospetto che quell'sms fosse stato inviato per sviare le indagini. E poi, c'è quel misterioso Armando Diaz che a giugno comunicò a Barbara D'Urso: "Non controllate quel laghetto ma cercate tra chi inviava messaggi a Elena... Che volevano da lei
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E si sa anche, come racconta la "Stampa", che tempo fa il marito di Elena, Michele Buoninconti, fu visto avvicinarsi alla targhetta dello studio del medico, che riporta orari e numero di cellulare, per poi allontanarsene.
Intanto, i carabinieri hanno compiuto un sopralluogo nella casa di famiglia per verificare se dalla serra manchi parte della protezione in plastica: un telo di quel materiale è infatti stato rinvenuto proprio vicino al corpo della donna.
Tutti dettagli che potrebbero essere rilevanti, alla luce del ritrovamento del cadavere a meno di un chilometro da casa, sepolto nel fango. Particolari ai quali si aggiunge anche l'attacco, pochi giorni dopo la scomparsa di Elena, del marito agli amici di lei: "Restituitemela. Perché me l'avete portata via?", con l'accenno al fatto che la donna da tempo era "nervosa, diceva che aveva fatto uno sbaglio, che le avevano fatto fare qualcosa di male e adesso la perseguitavano".
Insomma, spunta il sospetto che quell'sms fosse stato inviato per sviare le indagini. E poi, c'è quel misterioso Armando Diaz che a giugno comunicò a Barbara D'Urso: "Non controllate quel laghetto ma cercate tra chi inviava messaggi a Elena... Che volevano da lei
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ELENA CESTE: Si concluderanno la prossima settimana le analisi sui reperti. Lo scheletro è quasi tutto ricostruito, dopodiché potrà essere svolto il funerale. La posizione di Michele Buoninconti sembra aggravarsi: ieri, uno dei soccorritori ha affermato che il marito intervenne durante le operazioni di ricerca del corpo di Elena Ceste, suggerendo di cambiare direzione e di concentrare le ricerche nei pressi della chiesa. Il fatto che Elena Ceste fosse molto preoccupata nei giorni precedenti la sua scomparsa viene confermato anche dal parroco che racconta come proprio la vigilia del giorno di Ognissanti, la donna lo raggiunse in chiesa, intrattenendosi con lui per oltre venti minuti. Il prelato racconta di come Elena fosse visibilmente addolorata e agitata: il motivo di tale preoccupazione, però, è coperto dal segreto del confessionale.
C'è un altro elemento che induce alla riflessione: i cani della Protezione civile che, quella mattina del 24 gennaio, aiutavano le operazioni di ricerca del corpo della povera donna, annusarono la zona dove inizia il giardino e il cortile ma non andarono oltre.
Ciò potrebbe rappresentare un'ulteriore prova che Elena Ceste non è mai uscita a piedi, e per giunta nuda, recandosi verso quel maledetto canale
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C'è un altro elemento che induce alla riflessione: i cani della Protezione civile che, quella mattina del 24 gennaio, aiutavano le operazioni di ricerca del corpo della povera donna, annusarono la zona dove inizia il giardino e il cortile ma non andarono oltre.
Ciò potrebbe rappresentare un'ulteriore prova che Elena Ceste non è mai uscita a piedi, e per giunta nuda, recandosi verso quel maledetto canale
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