Caso Resinovich, Bruzzone: quando è morta Lilly e perché potrebbe rimanere un mistero per sempre... La criminologa sulle nuove indagini per omicidio: bisogna capire dove è rimasta per 18 giorni. Cosa significa l’assenza di indagati...
Trieste, 17 giugno 2023-
*Caso Liliana Resinovich: le indagini oggi proseguono
per omicidio volontario, senza indagati. Roberta Bruzzone, criminologa e
psicologa forense: che cosa le suggerisce la combinazione di questi due
elementi? “L’omicidio è un reato che il gip ha ipotizzato per consentire una
serie di passaggi tecnici ulteriori. L’assenza di indagati significa che al
momento non ci sono assolutamente elementi per puntare il dito verso qualcuno.
Neanche in ipotesi”. Quando è morta Liliana Resinovich??.. “L’epoca della morte
è da collocare tra il 2 e il 3 gennaio. La mancata ricrescita dei peli? Se è
sopravvissuta per 18 giorni nessuno può escludere che si sia depilata lei
stessa. Tracce di sapone e di colazione? Stesso ragionamento, non è detto che si
riferiscano al 14 dicembre 2021. In sostanza, non sono elementi che bloccano la
morte al giorno della scomparsa”. La terza via: un’aggressione verbale e la
morte... L’amico Fulvio Covalero aveva ipotizzato un’aggressione verbale che
potrebbe aver provocato la morte per scompenso cardiaco acuto. “Veramente ne ho
parlato per prima in tv – ricorda Bruzzone, che ha seguito il giallo di Trieste
dalle battute iniziali -. Ho sempre pensato che questo fosse uno scenario
possibile. Che Liliana Resinovich si sia allontanata da casa, possibilmente per
prendere una decisione che non aveva così tanto sedimentato, a ridosso di questo
famoso fine settimana che avrebbe dovuto dare inizio a una nuova vita con
Claudio Sterpin. Possa quindi essere rimasta con qualcuno che l’ha in qualche
modo aiutata per un periodo di diversi giorni fino al 2/3 gennaio. Quando una
discussione particolarmente animata potrebbe averle causato un malore. Questo
soggetto, impaurito dall’idea di avere conseguenze, avrebbe allora inscenato
quello che tutti sappiamo”. La testa chiusa in due buste di plastica, il corpo
in due sacchi da rifiuti. “Se è stato possibile la donna forse respirava poco
perché stava morendo”. Cosa penso dell’omicidio volontario”... Ma proprio la
scena del ritrovamento lascia dubbi alla criminologa sull’ipotesi dell’omicidio.
“Uccidere qualcuno con quel tipo di sacchetti da spesa che sono stati trovati è
impossibile. Perché se c’era una resistenza attiva, bastava una manata,
un’unghiata per romperli. Sono un velo. Questo quindi presuppone che la persona
sia in una condizione già di minorata difesa”. Gli esami tossicologici non hanno
trovato tracce di sostanze sospette...
*DAL QUOTIDIANO "IL PICCOLO"(TS):
GIALLO
DI TRIESTE : Bruzzone e la riapertura del caso Resinovich: «Chi ha nascosto o
aiutato Lilly prima della morte?» Per la criminologa Bruzzone resta questo
l’interrogativo chiave. “Ci sono tanti aspetti che vanno ancora chiariti”...
Vista la situazione, non è detto che facendo nuove indagini e acquisendo nuovi
elementi, si sposti il quadro generale e si giunga a conclusioni diverse da
quelle indicate dalla Procura». La psicologa forense e criminologa investigativa
Roberta Bruzzone ha seguito il caso di Liliana Resinovich fin dal primo giorno.
Resta costantemente aggiornata sulla vicenda e nel primo pomeriggio di ieri
conosceva già i dettagli sulla decisione del gip. Come valuta il supplemento di
indagini disposto dal giudice?.. Il gip è entrato nel merito su tutta una serie
di aspetti, alcuni più rilevanti di altri, come quello di stabilire in maniera
inequivoca l’epoca della morte. Le conclusioni a cui sono giunti i consulenti
della Procura in tal senso sono condivisibili: il rigor mortis, i tessuti
integri, la salma che non presenta alcun tipo di esposizione ad agenti
atmosferici sono tutti dati coerenti con una morte che difficilmente poteva
essere collocata oltre la notte tra il 2 e il 3 di gennaio 2022. Sicuramente
Liliana non può essere rimasta in quel boschetto dal giorno della sua scomparsa
al ritrovamento del cadavere, quindi o qualcuno con una tecnica che non è ancora
nota in ambito medico legale è riuscito a bloccare la putrefazione del corpo, ma
non ci sono segni di congelamento, o credo l’aspetto più interessate su cui
indagare, e su cui anche il gip si è concentrato, è capire dove questa donna sia
stata dal giorno della sua scomparsa a quando è morta. Chi l’ha trattenuta o
aiutata? Non ha vissuto in condizioni di segregazione: ha mangiato, era pulita,
si è lavata. Un mistero»... Quali altri aspetti a suo avviso vanno ancora
chiariti? «Ci sono tanti aspetti che vanno ancora chiariti, anche dettagli, come
il cambio della serratura dell’alloggio di via Verrocchio, su cui mi sono più
volte scontrata con Sebastiano Visintin. Lui dice che la serratura di casa è
stata cambiata dagli agenti della Squadra mobile, ma quando mai la polizia
cambia una serratura? Mi sembra strano che i poliziotti si mettano a cambiare
una serratura, sarebbe la prima volta». Come valuta le recenti rivelazioni di
Claudio Sterpin sulla cantina e sulla soffitta? Anche il gip chiede di
approfondire questo elemento. «Forse era meglio se ne riferiva prima». Reputa
significativo che il fascicolo ora sia aperto per omicidio, e non più per
sequestro di persona?. «Il cambio dell’ipotesi di reato serve per consentire una
serie di accertamenti, lo ritengo esclusivamente un passaggio tecnico».
La
Procura non aveva iscritto nessuno sul registro degli indagati. Neppure il gip
ha dato disposizioni in tal senso. A suo avviso, per dare la possibilità alle
persone su sui vengono disposti degli accertamenti di essere assistiti da un
legale, era corretto procedere diversamente? «Evidentemente non ci sono gli
estremi per farlo, e questo è un segnale non di poco conto. Perché evidentemente
l’ipotesi omicidiaria, per quanto il gip non la escluda, non è l’unica
variabile. Altrimenti, quantomeno, visto che indica di fare comparazioni,
approfondimenti, di risentire dei testi, il giudice poteva chiedere al pm di
iscrivere un soggetto sul registro degli indagati. Se non lo fa, vuol dire che
ha compreso che la situazione è ingarbugliata e che ci sono degli aspetti che
sotto il profilo logico non tornano, da approfondire, ma evidentemente non ha la
possibilità di puntare il dito verso qualcuno. Quindi, correttamente non lo fa».
Cosa si aspetta ora? «Non è la prima volta che viene rigettata una richiesta di
archiviazione, vengono fatte ulteriori indagini e si arriva alla stessa
conclusione. Non mettiamo il carro davanti al buoi, non è detto che anche
acquisendo nuovi elementi si sposti il quadro generale». La pista battuta è
stata quella sentimentale. Qualcuno sostiene un’alternativa sia quella
economica. La ritiene fondata? «Quello sentimentale è sembrato fin da subito
l’elemento più critico nella vita di Liliana. La pista dei soldi non mi sembra
così interessante, non si parla di cifre che cambiano la vita di una persona, e
mi pare strano, nell’ipotesi di un omicidio, che qualcuno si metta da
architettare qualcosa di così arzigogolato per cifre simili». Nell’ipotesi
dell’omicidio, lei ha maturato dei sospetti nei confronti di qualcuno? «Il
problema è collocare un’altra persona, assieme a Liliana, su quella scena. Con
gli elementi dei quali disponiamo ora è complicato. Sono 25 anni che faccio
questo lavoro e non mi piace illudere nessuno: qui il problema è dimostrare che
si tratta di un omicidio...
*DAL QUOTID.TRIESTEPRIMA.IT : 20/06/2023( 30 gennaio
2022)...
Si indaga per omicidio, ecco la svolta nel caso Resinovich: i fatti da
quel maledetto 14 dicembre ad oggi... Tutti i passaggi dalla giornata in cui
sparisce Lilly fino agli esiti sugli ultimi test, la consulenza che parla del
decesso avvenuto alcuni giorni prima del ritrovamento, il marito Sebastiano
ascoltato in Procura, gli insetti sul cadavere di Liliana ma assenti nella
relazione finale e la clamorosa decisione del gip Luigi Dainotti di respingere
la richiesta di archiviazione avanzata invece dalla procura giuliana. Le persone
sentite, il dolore della famiglia e tutto ciò che ha trasformato la sua
scomparsa in uno dei casi di cronaca dell'anno. TRIESTE - Il gip del tribunale
di Trieste Luigi Dainotti ha deciso che il caso di Liliana Resinovich, la donna
triestina di 63 anni scomparsa da casa il 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere,
all'interno di due sacchi neri nel parco dell'ex ospedale psichiatrico di San
Giovanni, il 5 gennaio del 2022, deve andare avanti. Il fascicolo di indagine
(che rimane in mano al pubblico ministero Maddalena Chergia) oggi è aperto per
omicidio volontario. Da parte del gip 25 richieste alla procura, tra cui
indagare di più sui soggetti attenzionati fino ad oggi, oltre a nuovi spunti
investigativi. A presentare l'opposizione alla richiesta di archiviazione
formulata dalla procura erano stati sia il marito di Liliana, Sebastiano, che il
fratello Sergio e la nipote Veronica. Il 5 giugno scorso, a porte chiuse, il gip
aveva ascoltato le parti per circa tre ore. Il caso, dopo la decisione del gip,
va avanti e continua a tenere con il fiato sospeso l'Italia. L'opinione pubblica
non ha mai creduto al suicidio, tesi che invece era stata portata avanti con
decisione dalla Procura della Repubblica giuliana. Fino alla svolta. Di seguito
pubblichiamo il resoconto di quanto avvenuto dalla serata di lunedì 13 dicembre
2021 fino all' 11 giugno 2023. Molte delle informazioni pubblicate le abbiamo
riportate come sostenute dai protagonisti.
Nella cronologia c'è da sapere che le
perlustrazioni nelle zone impervie non partono immediatamente e che alcune mosse
d'indagine sembrano giungere in ritardo (comunque potremmo non essere a
conoscenza di alcuni retroscena investigativi) o quantomeno dopo molti giorni
rispetto alla scomparsa di Liliana. Sono numerose le persone ascoltate dalla
Mobile, compreso personale titolare delle attività alle quali Sebastiano forniva
i suoi servizi di arrotino...
LUNEDI 13 DICEMBRE... Sebastiano Visintin e Liliana
Resinovich cenano da amici "in partenza". Durante la serata Sebastiano gira un
video in cui si vede Liliana. Lei ha sempre lo sguardo abbassato.
MARTEDI 14 DICEMBRE... Sebastiano sostiene che Liliana si sia svegliata alle 6. Subito dopo
Liliana avrebbe messo su una lavatrice. Sebastiano dice di essere uscito di casa
verso le 8 per andare a fare alcune commissioni (ha un laboratorio artigianale
di affilatura di coltelli e sostiene che quella mattina aveva cinque consegne da
fare. Un lavoro che gli permette, secondo lui, di arrotondare il mese di
pensione) e un giro in bicicletta per provare una GoPro nuova. Poco dopo le 8:
Claudio Sterpin manda un messaggio WhatsApp al numero di Liliana. Il testo è
"Cambg" che in molti osservatori propendono per essere l'acronimo di "Ciao amore
mio buon giorno". Ore 8:22 Liliana telefona a Claudio Sterpin. Lei avrebbe
detto: “Devo passare al negozio della Wind in via Battisti, arriverò a casa tua
verso le 10”. Ore 9:30 Il fratello Sergio manda un messaggio a Lilliana.
"Buongiorno come xe? Oggi bel tempo, no me riva nessun messaggio. Dovarò
protestar". Nessuno risponde. Ore 10:30 circa Claudio Sterpin telefona a Liliana
per la prima volta. Nessuna risposta. Ore 11:30 circa Claudio Sterpin telefona a
Liliana per la seconda volta. Nessuna risposta. Ore 12 circa Claudio Sterpin si
reca al negozio della Wind in via Battisti. “Non l’abbiamo vista” così i
dipendenti. Pomeriggio (imprecisato) Claudio Sterpin telefona a Liliana per la
terza volta. Risponde il marito Sebastiano e la telefonata cade nel vuoto poco
dopo. Claudio avvisa una coppia di vicini di casa di Sebastiano, entrambi ex
rappresentanti delle forze dell'ordine. Anche Sergio nel pomeriggio telefona e
risponde Sebastiano. Lì, in quel momento, c'è anche la coppia che è andata a
sincerarsi della situazione. Ore 22:45 Sebastiano firma la denuncia di scomparsa
di Liliana. Anche la coppia di amici che convince Sebastiano a presentare la
segnalazione viene ascoltata.
Nella denuncia Sebastiano menziona il cellulare di
Liliana. Poi emergerà che ce ne sono due.
Mercoledì 15 dicembre Ore 9 Su
suggerimento della coppia di amici di Sebastiano, Claudio Sterpin si reca in
questura a deporre spontanea testimonianza sul rapporto che aveva con Liliana.
Viene ascoltato dalla Squadra Mobile.
Giovedì 16 dicembre Ore 16:43 - Marina
Pianella pubblica il primo appello su Facebook relativo alla scomparsa di
Liliana. “Lilli è uscita di casa la mattina del 14 dicembre ed è scomparsa, zona
San Giovanni di Trieste. Generalmente gira in bus, puó essere ovunque. Parlava
che sarebbe andata in cimitero prima di Natale (il cimitero è il luogo dove ad
agosto incontra, dopo tanto tempo, Claudio Sterpin). La polizia è stata
allertata. Qualcuno l'ha vista? Aiutateci Vi prego, condividete!!. il post fa
696 condivisioni...
Venerdì 17 dicembre Ore 19:50 Fulvio Covalero, amico di
lunga data, informa la redazione di TriestePrima della scomparsa di Liliana.
Domenica 19 dicembre Dal cellulare di Liliana vengono effettuate tre telefonate
verso il numero di telefono di Claudio Sterpin. La prima è alle 14:29, poi ai 31
e l'ultima ai 32.
Martedì 21 dicembre Ore 11 circa TriestePrima pubblica la
notizia della scomparsa. La redazione parla con la questura. Poi due telefonate:
Soccorso Alpino e vigili del fuoco dicono di non essere a conoscenza della
scomparsa della donna. Ore 19 circa TriestePrima pubblica la prima intervista
mai realizzata da Sebastiano Visintin con gli organi di informazione. A
realizzarla, nel pomeriggio, è Stefano Pribetti.
Mercoledì 22 dicembre In prima
serata Chi l’ha visto lancia il suo appello televisivo e manda in onda la
registrazione dell’intervista realizzata a casa di Sebastiano Visintin. La
redazione ascolta in diretta la testimonianza del fratello di Liliana, Sergio
Resinovich. La testimone di San Giovanni ( vedi 2 gennaio) va a deporre in
questura.
Giovedì 23 dicembre Ore 14: 15 La Squadra Mobile acquisisce i due
cellulari di Liliana e un estratto conto bancario rinvenuto in un cassetto di un
comodino di camera sua.
Viene ritrovata la borsetta con portafogli e occhiali
all’interno di un armadio della camera da letto della coppia. E' la borsa con le
mappe, di Alviero Martini. modello da poco meno di 200 euro.
Venerdì 24 dicembre
Pomeriggio fino le 19 Partono alcune ricerche nella zona del Cacciatore, fino al
Ferdinandeo. Vengono impegnati il Soccorso Alpino e i vigili del fuoco dopo una
segnalazione di alcune grida.
Domenica 26 dicembre Fulvio Covalero pubblica sul
suo profilo Facebook quanto segue: “Continuo a non credere al allontanamento
volontario ma non volendo lasciare nulla di intentato staimattina scenderò da
monte spaccato lungo la "strada romana" finoi alla stazione di Guardiella. Se
martedì 14 dicembre non è stata vista scendere per via Damiano Chiesa potrebbe
essere salita.ma ripeto, ci credo poco”. Quel giorno si incontra con Claudio
Sterpin.
Mercoledì 29 dicembre Ore 9 fino alle 13 Partono ricerche di Liliana
nella zona di via Capofonte fino a via Alfonso Valerio.
Venerdì 31 dicembre
Iniziano a girare le voci di una possibile testimone che avrebbe visto Liliana
la mattina del 14 dicembre nella zona di San Giovanni.
Domenica 2 gennaio La
testimone è la fruttivendola di San Giovanni. La sua attività è in via San
Cilino. "Lho vista la mattina del 14 dicembre tra le 8 e le 9 davanti al
negozio, è passata velocemente, camminando con la testa bassa ed era vestita con
abiti di colori scuri". Iva non ricorda se la sessantatreenne avesse con sé la
borsetta, quella trovata nell'armadio della camera da letto qualche giorno dopo
la sua scomparsa. Liliana porta la borsetta a sinistra. La sera poco prima delle
23 Fulvio Covalero apre la pagina Facebook Lilly. lungo la "strada romana" finoi
alla stazione di Guardiella. Se martedì 14 dicembre non è stata vista scendere
per via Damiano Chiesa potrebbe essere salita.ma ripeto, ci credo poco”. Quel
giorno si incontra con Claudio Sterpin.
Mercoledì 29 dicembre Ore 9 fino alle 13
Partono ricerche di Liliana nella zona di via Capofonte fino a via Alfonso
Valerio.
Venerdì 31 dicembre Iniziano a girare le voci di una possibile
testimone che avrebbe visto Liliana la mattina del 14 dicembre nella zona di San
Giovanni.
Domenica 2 gennaio La testimone è la fruttivendola di San Giovanni. La
sua attività è in via San Cilino. "Lho vista la mattina del 14 dicembre tra le 8
e le 9 davanti al negozio, è passata velocemente, camminando con la testa bassa
ed era vestita con abiti di colori scuri". Iva non ricorda se la sessantatreenne
avesse con sé la borsetta, quella trovata nell'armadio della camera da letto
qualche giorno dopo la sua scomparsa. Liliana porta la borsetta a sinistra. La
sera poco prima delle 23 Fulvio Covalero apre la pagina Facebook Lilly. "Ho
aperto questa pagina per concentrare qui tutte le informazioni e le
testimonianze su Liliana Resinovich uscita da casa il 14 dicembre 2021 senza
dare più notizie".
Martedì 4 gennaio Claudio Sterpin esce allo scoperto dopo
l'anonimato richiesto nelle prime settimane. "Temo sia successo qualcosa di
brutto e di dover ricordare e basta. Se uno ha voluto nascondere qualcosa in
Carso non lo trova più nessuno, ci sono tanti di quei buchi senza fondo per cui
può sparire una persona per sempre".
Mercoledì 5 gennaio In mattinata Claudio
Sterpin si reca in questura. Lo stesso farà Sebastiano Visintin nel pomeriggio,
tra le 14:25 e le 15:35. Poco dopo all'interno del parco dell'ex ospedale
psichiatrico viene ritrovato il corpo di Liliana Resinovich. E' avvolto in due
sacchi neri, uno alla testa e uno ai piedi. Le prime fonti raccolte da
TriestePrima sul posto dicono che "il cadavere non puzza. Non sembra essere lì
da tanto tempo". Grande spiegamento di forze. Arriva il medico legale Fulvio
Costantinides e il pubblico ministero, Maddalena Chergia. Nessuno, al di fuori
degli addetti ai lavori, vede il cadavere di Liliana.
Venerdì 7 gennaio La
Procura conferisce l'incarico dell'esame autoptico al dottor Fulvio
Costantinides. Né il fratello Sergio, né il marito di Liliana vengono convocati
per il riconoscimento del corpo. La sera Fulvio Covalero organizza una
passeggiata nel rione per ricordare Liliana. Per la conferma sul cadavere manca
solo l'ufficialità.
Sabato 8 gennaio Il dottor Fabio Cavalli esegue la Tac.
Ufficialmente l'esame non produrrà elementi idonei ad orientare le indagini.
Martedì 11 gennaio Il fratello Sergio e il marito Sebastiano riconoscono il
corpo di Liliana. Gli esiti dell'autopsia dichiarano che è morta a causa di uno
"scompenso cardiaco acuto". Questa la causa del decesso. Secondo il medico
legale Fulvio Costantinides "non sono stati rilevati traumi da mano altrui atti
a giustificare il decesso".
Mercoledì 12 gennaio Il magistrato titolare del
procedimento, Sostituto Procuratore dott.ssa Maddalena Chergia, emette il nulla
osta al seppellimento della salma. La Procura vieta la cremazione del corpo.
Sabato 15 gennaio Emerge il particolare della borsetta vuota rinvenuta nel luogo
del ritrovamento del cadavere.
Martedì 25 gennaio Al cimitero di Sant'Anna si
svolgono i funerali di Liliana Resinovich. Partecipano poche persone, la
cerimonia si svolge in forma privata. La navata si spacca in due, con Sebastiano
da un lato (e fuori assediato dai cronisti) e il resto della famiglia
dall'altra.
I famigliari appendono uno striscione all'entrata del cimitero.
Venerdì 28 gennaio Vengono disposti altri esami presso il Gabinetto della
Polizia Scientifica di Padova. Vanno analizzate possibili impronte papillari
latenti sia sui sacchi neri che su una bottiglia contenente del liquido. Anche
lo stesso liquido va analizzato il 3 febbraio.
Sabato 29 gennaio Fulvio Covalero
si reca sul luogo del ritrovamento del corpo di Liliana e raccoglie la coperta
termica rimasta lì dal 5 gennaio. La Squadra Mobile acquisisce il computer e il
tablet di Liliana per successive copie informatiche utili alle indagini. Si
scava nella vita informatica e social della sessantatreenne.
Mercoledì 2
febbraio Claudio Sterpin viene sentito in questura a causa di una lettera,
consegnata a Gabriella e Salvatore (i due vicini di casa di Sebastiano), dove
all'interno avrebbe scritto la sua ricostruzione dei fatti. C'è irritazione
negli ambienti investigativi per questo fatto. Emerge il particolare della borsa
di Alviero Martini (quella ritrovata dalla polizia nell'armadio della camera da
letto di Sebastino e Liliana) che la sessantatreenne non porta il giorno della
scomparsa. La porta però fino a poco prima. L'occasione è un video pubblico su
YouTube ed è la registrazione della conferenza di presentazione del libro sui 50
anni dell'associazione sportiva San Lorenzo, volume al quale ha contribuito
fotograficamente Sebastiano.
Giovedì 3 febbraio Presso il Gabinetto
Interregionale della Scientifica di Padova vengono effettuati i primi esami non
ripetibili. Si tratta delle analisi sui due sacchi neri e sulla bottiglia,
ritrovata vicino al corpo di Liliana il 5 gennaio.
Martedì 8 febbraio Spunta un
cordino, un guanto nero elastico e il prelievo del liquido da uno dei due sacchi
neri. Sono queste le principali novità emerse nei giorni che precedono l'11
febbraio, data in cui presso la Polizia Scientifica di Milano verranno svolti
ulteriori esami non ripetibili. La lista è corposa: c'è il reggiseno indossato
da Liliana, i due "sacchetti Conad" trovati sulla testa della donna (che per la
prima volta mostrano una marca), una canotta rosa, la mascherina chirurgica e le
mutande. Verranno effettuati soprattutto tamponi.
Questi test previsti rivelano
una particolarità interessante. I reperti 1 e 9 sono i teli neri "per asporto
rifiuti". Da uno dei due (non si sa se quello usato per parte superiore del
corpo o quella inferiore) spunta la necessità per gli investigatori di
effettuare un "prelievo liquido". Inoltre, tre delle quattro "operazioni
tampone" (anche sul bordo, per individuare eventuali tracce) si concentrano
proprio sul telo numero 1. Tamponature sono previste anche sulle chiavi di casa
di Liliana (quelle di riserva), e sotto le unghie. Infine, tamponi anche per il
tappo e il beccuccio della bottiglietta trovata vicino al corpo della
Resinovich.
Venerdì 11 febbraio Alle 9 sono stati effettuati i test a Milano. Il
fratello di Liliana, tramite l'avvocato trevigiano Luigi Fadalti, ha depositato
via Pec e presso la Procura giuliana un promemoria dall'impianto accusatorio.
Nel testo, sul quale gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, c'è la
versione dei fatti secondo il Resinovich. Secondo la famiglia Liliana è stata
uccisa.
Lunedì 14 febbraio Parenti ed amici si sono dati appuntamento sulla
tomba di Liliana per commemorare il triste anniversario della sua scomparsa.
Oggi ricorrono esattamente due mesi da quel maledetto 14 dicembre. "Se al terzo
mese dopo la sua scomparsa saremo ancora in alto mare sono pronto a chiamare a
raccolta le televisioni sulla tomba di Liliana. Ci metteremo con lo striscione e
chiederemo verità e giustizia" queste le parole di Claudio Sterpin. Nel
pomeriggio Sergio Resinovich revoca l'incarico all'avvocato Fadalti. Non era
andata giù l'uscita televisiva in cui Fadalti aveva rivelato alcuni dettagli del
promemoria.
Mercoledì 16 febbraio Emerge la rivelazione dei codici del conto
corrente di Liliana che li avrebbe nascosti, dietro ad un quadro nella camera da
letto di via Verrocchio, all'insaputa di Sebastiano. Un "piccolo" particolare è
che quel foglietto, secondo a quanto sostiene il fratello Sergio, è sparito.
Durante la trasmissione Chi l'ha visto spunta la figura del figlio di
Sebastiano, Piergiorgio. "Con Liliana avevamo un rapporto neutro - dice il
figlio - saluti e rispetto, non la vedo da tre anni. Ovviamente sono sconvolto,
è un mese che non dormo. Nessuno sa niente, non siamo noi Csi - continua - è un
mese che non dormo. E' una cosa ufologica per tutti. Siamo il giallo del 2022,
siamo in tutto il mondo, in Sudamerica, in Giappone".
La famiglia Resinovich
affida l'incarico all'associazione Penelope. I legali saranno Federica Obizzi e
Nicodemo Gentile. "Sergio ha avuto bisogno di parlare con la Procura. Ha
raccolto delle confidenze dalla sorella e le ha consegnate in modo sincero. Sono
elementi di fatto, non c'è nessun movente, sono elementi grezzi che la Procura
poi andrà ad elaborare. Non ci sono indagati".
Venerdì 18 febbraio
L'associazione Penelope nomina i consulenti che lavoreranno all'autopsia
psicologica. Si tratta della genetista Marina Baldi, del medico legale Alberto
Furlanetto e della laziale Gabriella Marano, criminologa e antropologa forense.
I legali: "Si inizia prima possibile". Nel frattempo interviene anche il
questore Irene Tittoni: "Caso molto complesso, stiamo lavorando".
Giovedì 10
marzo Il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo parla di "piccoli
progressi. Le forze in campo stanno facendo il massimo. Sono in contatto
quotidiano con loro, ma fino a quando il quadro non ci è chiaro abbiamo deciso
di autoconsegnarci al silenzio".
Sabato 12 marzo Sul cordino che stringeva i due
sacchetti intorno al collo di Liliana sono state trovate tracce del suo dna.
Sullo stesso cordino sono stati trovati residui di Dna ma "troppo deboli per
essere ricondotti ad un'altra persona". Nel frattempo alcuni organi di
informazione parlano del suicidio come la pista sempre più concreta.
Martedì 22
marzo L'esito degli esami tossicologici dice che Liliana nei momenti precedenti
al decesso non aveva assunto né droghe, né farmaci. Le indagini proseguono.
Giovedì 7 aprile In occasione della puntata del 6 aprile di Chi l'ha visto la
celebre trasmissione afferma che su uno dei sacchi neri in cui è stato ritrovato
il corpo di Liliana sia stata rilevata un'impronta. Gli investigatori nel
frattempo sono al lavoro sulle suole delle scarpe per rilevare una eventuale
presenza di terriccio del boschetto dell'ex Opp a San Giovanni, e capire se la
donna abbia raggiunto il luogo con le sue gambe o se vi sia stata portata in
seguito...
Sabato 9 aprile La Procura smentisce la presenza di un'impronta su uno
dei sacchi neri. Inoltre, il Dna ritrovato sul cordino non è né di Sebastiano
(il marito), né di Claudio (l'amico) e né del vicino di casa. Tutti e tre,
infatti, erano stati sottoposti a test.
Giovedì 21 aprile Spunta la presenza di
una presunta lettera che Liliana avrebbe scritto ma che sarebbe svanita nel
nulla. Gli inquirenti continuano il lavoro sul fascicolo ufficialmente aperto
per sequestro di persona. Nell'indagine non ci sono indagati. Non vi sono
conferme sulla lettera.
Giovedì 26 aprile Nel giorno in cui Liliana avrebbe
compiuto 64 anni viene depositata la consulenza botanica. "I reperti analizzati
sembrano indicare un probabile legame con la vegetazione e suolo del
ritrovamento e delle vie di accesso ad esso. Sembra plausibile che il materiale
aderente alle scarpe, in particolare quello della scarpa destra, sia stailo
raccolto dalla Resinovich Liliana sul lastricato pedonale che costeggia l'ultimo
tratto di via Weiss prima dell'imbocco al sito di ritrovamento. Dirimente la
presenza di una samara di acero aderente alla parte anteriore della suola, che
per aderire deve essere stata calpestata su una superficie rigida, come ad
esempio quella della pietra del camminamento a fianco di via Weiss. Così vale
per altri frammenti dei reperti, come l'ala del frutlo di tiglio. Nel periodo
del ritrovamento, in corrispondenza di giorni di maltempo e ventosi, questo tipo
di materiale vegetale si accumula comunemente sulla strada e sul camminamento
prospiciente, ed è stato rilevato anche durante i sopralluoghi effettuati in
febbraio ed aprile. Anche la foglia di edera rinvenuta nel reperto è compatibile
con l'abbondanza di edera presente in sito, specie della quale sembra essere
presente anche un abbozzo di frutto incastrato nella suola della scarpa
sinistra, anche se poco riconoscibile. Il materiale raccolto dalle scarpe sembra
quindi indicare ragionevolmente un calpestamento del suolo di Resinovich Liliana
del sito e delle vie di accesso allo stesso. Elementi di incertezza sono legati
al cattivo stato di conservazione di alcuni frammenti vegetali, che tolti dalla
scarpa sono stati messi in una provetta umida e non hanno mantenuto la forma
originale.
Ulteriore conferma potrebbe essere ricercata con I`utilizzo di
tecniche molecolari (Dna vegetale) per stabilire con maggior confidenza
l'attribuzione alle specie presenti in loco. Per completezza si aggiunge che le
specie rinvenute nel boschetto e quindi sulle scarpe del cadavere sono
compatibili con altri siti presenti nel comprensorio di San Giovanni ma anche
con altri siti urbani di Trieste. Tuttavia, Ia combinazione dei frammenti
vegetali e di suolo ritrovati costituiscono un elemento di unicità che
suggerisce la conclusione che Resinovich Liliana possa aver percorso i tratti
della via di accesso al sito in cui è siato ritrovato il corpo privo di vita.
Venerdì 27 aprile "No comment". Arriva l'ordine di non parlare con gli organi di
informazione. Il suggerimento parte dagli inquirenti e arriva al consulente
informatico Nicola Chemello, incaricato di analizzare, dopo oltre quattro mesi,
il contenuto dei telefoni cellulari di Liliana Resinovich. Tra i protagonisti di
questa vicenda sono tanti i profili Facebook da analizzare e, in alcuni casi,
sembrano riferirsi alla stessa persona; infatti, è come se in questa storia
fossero tante, forse troppe, le vite da vivere e da analizzare.
Sabato 21 maggio
Nuove rivelazioni sul caso e sui rapporti tra Liliana e Claudio. In uno dei due
cellulari appaiono le ricerche "come divorziare senza avvocato" e "quanto tempo
per ottenere un divorzio". La donna avrebbe anche cercato online un appartamento
dai 40 ai 60 metri quadrati a Trieste. Emerge poi un dettaglio significativo,
vale a dire il numero di chiamate effettuate dalla Resinovich verso il marito e
verso l'amante. Cinquecento nel primo caso, oltre 1000 con Sterpin.
Venerdì 27
maggio "In relax pensando a domani, AM". Sono queste le ultime parole, in codice
(e dove AM sta per "amore mio"), di un messaggio spedito da Liliana Resinovich a
Claudio Sterpin il giorno prima della scomparsa. Era il 13 dicembre, Lilly era
probabilmente in sauna insieme al marito Sebastiano e si stava rilassando
pensando all'appuntamento del giorno dopo. Parole che contrastano con l'ipotesi
del suicidio. Nel frattempo spunta la richiesta sempre più pressante del
fratello Sergio alla Procura di poter visionare gli ultimi fotogrammi di
Liliana, ripresi dalle telecamere nella zona di San Giovanni, elemento
determinante per capire i movimenti della donna il giorno della sua scomparsa.
Finora, stando a quanto dichiarato da Sergio Resinovich, nessun parente sarebbe
stato chiamato a riconoscere quelle immagini. Sterpin dovrà chiarire perché non
ha parlato prima delle cantine e delle soffitte...
Mercoledì 13 luglio Domani
ricorrono i sette mesi dalla scomparsa di Liliana. Interpellato da TriestePrima,
l'avvocato Nicodemo Gentile ha fatto sapere che non ci sono novità. "Siamo in
attesa delle ultime consulenze" ha affermato.
Martedì 9 agosto Secondo la
perizia disposta dalla Procura, eseguita da Fulvio Costantinides e dal radiologo
Fabio Cavalli, Liliana Resinovich si è suicidata ed è morta 2-3 giorni prima del
ritrovamento del corpo, il 5 gennaio scorso nel parco dell'ex ospedale
psichiatrico di Trieste. La perizia non è stata ancora depositata in Procura.
Sabato 13 agosto Secondo Gabriella Marano, Psicologa Consulente di Sergio
Resinovich, fratello di Liliana, la perizia della Procura non chiarisce diverse
questioni legate alla morte di Liliana Resinovich. Tra queste, l'anomalo
contenuto della borsa, alcuni aspetti legati all'orologio e le ragioni del
suicidio "con modalità tra l'altro roboanti, a pochissima distanza da casa, dopo
aver consumato la stessa colazione della mattina della scomparsa". La consulente
dunque annuncia: "Aspetteremo il deposito formale della consulenza e, una volta
acquisiti tutti gli atti dell'indagine, faremo le nostre valutazioni".
Lunedì 28
novembre Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich, è stato ascoltato
per un'ora e mezza dagli inquirenti della Procura della Repubblica di Trieste.
Al centro della convocazione di lunedì 28 novembre ci sarebbe, secondo quanto
riportato, un "gomitolo trovato in un cassetto a casa di Sebastiano Visintin
così simile al cordino legato attorno al collo di Liliana". Materiale che,
secondo quanto detto nel servizio, non sarebbe saltato all'occhio in un primo
momento, ma sarebbe comparso molto tempo dopo. Il cordino, inoltre, sarebbe
stato consegnato agli investigatori proprio da Sebastiano. Secondo quanto
trapela, gli investigatori avrebbero ripercorso tutte le sue dichiarazioni "per
cogliere eventuali contraddizioni, una riesamina della sua versione dei fatti".
Lilly è stata picchiata, l'inchiesta da rifare...
Giovedì 22 dicembre...
L'avvocato
della famiglia Resinovich, Federica Obizzi, ha potuto visionare le fotografie
del cadavere della Resinovich e sostiene la presenza di una "popolazione di
insetti" che al contrario non appaiono nella consulenza medico-legale depositata
da Costantinides e Cavalli in Procura. "Se il dato entomologico fosse stato
individuato, non sarebbe stato opportuno inserirlo proprio nella relazione
finale, per confutare o confermare la datazione della morte della povera
Liliana?" queste le parole della legale.
Martedì 21 febbraio Dopo 427 giorni di
indagini la Procura della Repubblica chiede l'archiviazione del caso. La tesi
della pm Maddalena Chergia e del procuratore capo Antonio De Nicolo, è che
Liiliana Resinovich si è suicidata.
Venerdì 24 marzo Il fascicolo di indagine,
integrato dalle richieste di opposizione del marito Sebastiano, del fratello
Sergio e della nipote Veronica, plana sulla scrivania del gip Luigi Dainotti.
Nel giro di qualche giorno si apprende che il gip ascolterà le parti il 5
giugno.
Lunedì 5 giugno Dopo circa tre ore nelle quali sono state ascoltate le
opposizioni, il gip Luigi Dainotti ha comunicato agli avvocati il rinvio della
decisione "tra la fine di questa e l'inizio della prossima settimana". La
decisione è attesa nella giornata di lunedì 12 giugno.
Martedì 13 giugno Il gip
del tribunale di Trieste Luigi Dainotti ordina nuove indagini e respinge la
richiesta di archiviazione avanzata dalla procura giuliana. Venticinque punti
(alcuni convincono gli investigatori, altri un po' meno), con l'iscrizione nel
fascicolo dell'ipotesi di reato per omicidio volontario. E' questa la svolta che
il gip ha voluto imprimere sul caso che continua a tenere con il fiato sospeso
l'Italia intera. Le indagini - coordinate sempre dalla pubblico ministero
Maddalena Chergia - continuano ad essere affidate alla Squadra mobile della
questura di Trieste...
*Ipotesi omicidio e le 25 richieste del gip: perché il
caso Resinovich non è chiuso :
LE MOTIVAZIONI... Ipotesi omicidio e le 25
richieste del gip: perché il caso Resinovich non è chiuso...
Si va dalle tracce
del DNA fino agli immobili di via Slataper 22 e via Giulia 34 dove Claudio
Sterpin sostiene di aver incontrato più volte Liliana. Accolte quasi tutte le
richieste delle opposizioni. Chiavi, hard disk, nuove convocazioni in questura,
verrà preso il DNA anche a Fulvio Covalero e Piergiorgio Visintin, verranno
sentiti gli amici sulla fede nuziale, sulle migliaia di euro di contanti
presenti in via Verrocchio e molto, molto altro. Ecco perché il caso non è
chiuso...
TRIESTE - "Proprio dall'attenta attività
di verifica del materiale probatorio sono venuti dagli opponenti notevoli spunti
di indagini ulteriori, il cui espletamento appare utile e necessario per poter
chiudere la fase delle indagini preliminari". C'è l'ipotesi di reato per
omicidio nella disposizione di nuove indagini da parte del gip Luigi Dainotti,
nel caso della morte di Liliana Resinovich. "Cause e l'epoca della morte"
rappresenteranno il focus delle nuove attività, che rimarranno in mano alla
Squadra mobile della questura giuliana coordinata dal pubblico ministero
titolare del fascicolo, Maddalena Chergia. "Un ulteriore sforzo investigativo"
lo definisce il gip, nel dispositivo inviato dalla procura agli organi di
informazione e che fissa il nuovo termine (considerato meramente indicativo "per
la complessità") per le indagini tra sei mesi. La vita di Liliana al setaccio
Nelle quattro pagine in cui Dainotti elenca le attività da svolgere (25 punti in
totale) c'è quasi tutto ciò che era stato richiesto dalle opposizioni. Una nuova
consulenza medico legale, la possibile riesumazione del cadavere, l'analisi
sulle lesioni riscontrate sul volto della sessantatreenne e la loro origine,
l'analisi della frattura al naso, la misurazione dell'enzima per verificare
l'ipotesi del congelamento o raffreddamento del cadavere, oltre allo sviluppo
della rigidità cadaverica nei casi di congelamento. Inoltre, il gip vuole vedere
chiaro nella vita di Liliana. Per questo motivo ha chiesto che vengano acquisiti
tutti gli accounts in uso alla donna (compresi i Cloud e le mail), vengano
svolte attività di verifica delle celle telefoniche che ricoprono l'area del
ritrovamento del cadavere "con particolare riferimento ai soggetti
attenzionati", e si acquisiscano tutti i dispositivi in uso a Sebastiano
Visintin e Claudio Sterpin (come anche la GoPro del marito).
Tutti i soggetti
attenzionati Luigi Dainotti ha chiesto che si analizzino i tabulati in uso a
Sebastiano Visintin, Claudio Sterpin, Fulvio Covalero, Piergiorgio Visintin (il
figlio di Sebastiano) e di tutti gli altri soggetti attenzionati, attraverso
Ascom Tems o Nemo Outdoor (strumentazione capace di collocare in maniera precisa
la posizione dell'utilizzatore). Vengono accolti i dubbi sull'orario delle
telecamere della scuola di polizia di via Damiano Chiesa, come pure quello
registrato dall'autobus della Trieste Trasporti, la mattina del 14 dicembre
2021. Si passa poi alle tracce genetiche. Viene chiesto che si facciano nuovi
approfondimenti sul DNA ritrovato sul cordino e le tracce rinvenute sugli slip,
sulla bottiglietta e sui prelievi subungueali. Viene chiesto inoltre il prelievo
del DNA anche a Piergiorgio Visintin e Fulvio Covalero, fino ad oggi rimasti
fuori dalle analisi genetiche. Si chiedono dettagli sull'impronta guantata "in
trama di tessuto" e più in generale sul guanto rinvenuto sulla scena. Hard disk,
soldi, cantine e soffitte Dalla quindicesima richiesta in poi si vira sugli hard
disk, sulle relazioni di Liliana e le testimonianze dei suoi amici o presunti
tali. L'hard disk che Sebastiano Visintin consegna ai cosiddetti "amici di
Romans" Laura Grassi e Giuseppe Gramegna va analizzato "in modo completo".
Sergio Resinovich, Gabriella Micheli e Sebastiano Visintin devono chiarire le
circostanze del ritrovamento della fede di Liliana Resinovich. Tranne Sergio, la
Micheli, Visintin, Grassi e Gramegna dovranno fornire informazioni circa la
presenza di contanti nell'abitazione di via Verrocchio. Dopo le richieste
informatiche si passano al setaccio le chiavi consegnate da Sergio in questura e
quelle sequestrate dalla Mobile il 29 dicembre 2021, per osservare la loro
compatibilità con la soffitta di via Slataper 22 e del vano magazzino di via
Giulia 34. Il gip chiede infine che Claudio Sterpin spieghi i motivi per i quali
"non abbia fatto menzione agli inquirenti" delle cantine e soffitte. Insomma, il
caso di Liliana Resinovich non è chiuso...
... C O N T I N U A ... ma forse non ci arriveranno mai ...
X ME CMQ IL CASO SAREBBE GIÀ CHIUSO E RISOLTO...
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